Roma La maggioranza gialloverde non molla sulle pensioni d'oro. Il testo del disegno di legge che rimodula gli assegni più ricchi calcolati con il metodo retributivo, penalizzando chi si è ritirato prima dal lavoro, è stato depositato in commissione Lavoro alla Camera. La soglia degli assegni è stata elevata a 4.500 euro, rispetto ai 4.000 della proposta originaria presentata dal Movimento 5 stelle. Tra le novità del testo all'esame di Montecitorio, il fatto che il taglio dovrebbe riguardare anche gli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale. Quindi il Parlamento, il Consiglio di stato, il Consiglio superiore della magistratura, il Cnel e anche il Quirinale. Difficile capire il come, visto che si tratta di istituzioni che hanno autonomia nel decidere tutti gli aspetti organizzativi. Nel caso del Quirinale, poi, il taglio è già applicabile ai dirigenti e funzionari, ma non al Capo dello Stato che una volta finito il mandato viene nominato Senatore di diritto a vita.
Il ricalcolo prevede che i trattamenti sopra la soglia siano ricalcolati esclusivamente nella parte retributiva della rendita. La soglia è stata appunto elevata da 80mila euro all'anno a 90mila. Ieri il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti ha ricordato che la soglia prevista dal contratto di governo era di 5.000 euro. Sono possibili ritocchi, quindi.
I proventi vanno a finanziare le pensioni di cittadinanza, cioè l'assegno a 780 euro riconosciuto agli anziani che percepiscono un trattamento inferiore al minimo. Un anticipo del reddito di cittadinanza, che ha già sollevato diverse critiche. Prima i rilievi di Alberto Brambilla, esperto di previdenza vicino ala Lega. Poi le simulazioni di questi giorni secondo le quali l'integrazione alle minime daranno un beneficio soprattutto ai redditi bassi del Sud. Al Nord si concentrano le pensioni da lavoro, comprese quelle di anzianità che le ultime riforme vogliono abolire (da qui l'impegno di Matteo Salvini per cambiare le pensioni). Nelle regioni meridionali c'è il record di assegni assistenziali. Chi ne beneficia rientrerà nelle pensioni di cittadinanza.
Compresi i percettori di pensioni di invalidità. Un presidio assistenziale giusto, ma spesso abusato. «I dati più recenti sull'andamento delle prestazioni agli invalidi civili (pensioni e indennità di accompagnamento) suggeriscono che l'erogazione di tali prestazioni rifletta ancora logiche clientelari e non le effettive necessità della popolazione», ha denunciato recentemente l'ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli.
Le prima grande misura assistenziale del governo gialloverde potrebbe andare a circa due milioni di persone. Tanti sono i percettori di assegni sotto i 780 euro. Geograficamente, i potenziali percettori sono concentrati nelle regioni del Sud. Le pensioni sotto i mille euro sono per la metà nel Mezzogiorno. Il 15% dei pensionati del Sud è sotto la soglia dei 500 euro al mese. Al Sud c'è anche il record di pensioni di invalidità. Le pensioni di cittadinanza integreranno anche questo tipo di prestazione assistenziale. Ancora mistero sulle coperture.
Il sottosegretario all'Economia Giulia Castelli ha ammesso che se venisse rispettato il limite del deficit al quale punta il ministro Giovanni Tria, l'1,6%, «non si fa quasi niente». Tra le coperture rispunta un aumento selettivo dell'Iva e anche una rimodulazione degli 80 euro di Matteo Renzi.AnS
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.