Troppo complicato mettere d'accordo la Lega con il M5s. Rischioso ficcare le mani in tasca a una categoria come quella dei pensionati, che è molto vigile quando si tratta dei propri diritti. Per questo, tutto il capitolo taglio delle pensioni d'oro rischia di saltare dal menu della legge di Bilancio. Oppure di rispuntare come una riedizione del solito contributo di solidarietà pagato da chi percepisce gli assegni più alti.
Il tema è stato affrontato al vertice sui conti pubblici di lunedì, soprattutto, tra i leghisti nel governo e quelli in Parlamento. Il Movimento 5 stelle ancora sponsorizza un taglio delle pensioni simile a quello ipotizzato dal presidente dell'Inps Tito Boeri, con ricalcolo contributivo per gli assegni sopra i 4.000 euro. Piano che presenta più di un problema. Un taglio di questo tipo rischia di essere giudicato incostituzionale nel caso molto probabile di ricorsi. La Corte costituzionale ha già bocciato dei prelievi sulle pensioni alte molto più blandi, come il blocco della rivalutazione degli assegni rispetto all'inflazione.
Gli esperti della Lega si sono quindi messi da tempo al lavoro su un modello alternativo a prova di Consulta. Il risultato è quello noto di un sistema che prevede il prelievo di solidarietà che cresce con l'aumentare della rendita.
L'ultima versione uscita prima di Ferragosto ha provocato polemiche e preoccupazioni perché la soglia oltre la quale parta il contributo di solidarietà è di 2.000 euro lorde al mese. Il contributo del 15% si pagherebbe solo per la parte eccedente. Quindi il taglio effettivo sarebbe di pochi euro per le pensioni poco sopra la soglia e crescerebbe in proporzione. Una sorta di flat tax sulle pensioni, aggiuntiva rispetto alle imposte che già si pagano sulle rendite previdenziali.
La soglia così bassa ha provocato proteste. «Sulle pensioni si prepara un disastro. Prima presentano un testo tutto sbagliato, poi per correggere fanno confusione totale. Si passa da taglio incostituzionale sopra 4000 euro di pensione a tassa su tutte pensioni sopra i 2000 euro lordi», ha commentato Marco Leonardi del Pd. Il riferimento ai 4.000 euro è quello al progetto del capogruppo leghista Riccardo Molinari, che di fatto replicava la proposta M5s di ricalcolare con il metodo contributivo le pensioni più alte. Progetto superato da un ritorno al contributo di solidarietà ad aliquote.
I contributi di solidarietà non sono una novità. Intanto le pensioni più alte sono già penalizzate da un coefficiente di calcolo della pensione più basso. Nel 2014 il governo Letta introdusse il prelievo sugli assegni più alti. È considerato dagli esperti l'unico metodo possibile di fare cassa sulle cosiddette pensioni d'oro. Ma la soglia dei 2.000 euro rischia di essere rischiosa politicamente.
Significa tagliare tutte le pensioni sopra i 1.500 euro netti. Anche se di poco, l'effetto psicologico di una stretta sulle prestazioni previdenziali medie rischia di essere devastante, per la Lega.
Per questo a cavallo di Ferragosto l'ipotesi più probabile era quella di un rinvio della trattativa a settembre che renderebbe difficile inserire il taglio nella legge di Bilancio. Anche perché le entrate attese, meno di un miliardo di euro all'anno, non dovrebbero bastare a coprire la riforma della riforma Fornero, con la quota 100.
Se la stretta sulle pensioni dovesse saltare per il ministero dell'Economia si aprirebbe un nuovo problema: trovare altre coperture per gli incentivi alle assunzioni e per gli interventi sulla previdenza che comportano
un costo. Quindi il sistema del contributo di solidarietà potrebbe rispuntare in autunno, quando il dibattito sulla legge di Bilancio entrerà nel vivo. Magari partendo da una soglia più alta dei 2.000 euro lordi al mese.
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