Roma - Niente flessibilità in uscita per i pensionandi che si ritrovano ad affrontare le rigidità della riforma Fornero. Meglio niente, per ora, che una soluzione improvvisata, spiega il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Sul fronte delle pensioni - ha osservato il premier - non c'è la flessibilità, vogliamo evitare interventi che alla lunga si dimostrino per alcuni aspetti complicati». Ma, come previsto, un capitolo previdenza nella legge di Stabilità c'è.
Quella sulla previdenza è la 22esima slide presentata ieri. Il premier ne parla quasi al termine della conferenza stampa, per non concentrare l'attenzione su un che considera marginale.
Manca appunto il piatto forte, cioè l'anticipo del ritiro di qualche anno a fronte di una penalizzazione sull'assegno. Niente staffetta generazionale né il «prestito», cioè un anticipo sul trattamento pensionistico come scivolo.
Ma ci saranno quattro misure. La No Tax area per i pensionati, con un innalzamento della soglia da 7.500 a 8.000 euro. Una scelta tecnica, visto che serve a parificare il tetto con quello dei lavoratori attivi.
Gli altri sono provvedimenti quasi dovuti. C'è la riconferma dell'opzione donna. Cioè la possibilità data alle lavoratrici vicine alla pensione di anticipare il ritiro dal lavoro a fronte di un ricalcolo dell'assegno con il metodo contributivo, molto meno favorevole, del retributivo. Poi la «settima salvaguardia». In altre parole, la copertura per un'altra leva di esodati, circa 25mila. Le risorse vengono da 1,4 miliardi non spesi nei precedenti piani. Per i prossimi anni restano due miliardi da coprire.
Una battaglia in teoria vinta dalla sinistra Pd, in particolare da Cesare Damiano. Che però solleva qualche dubbio. «Si tratta di capire quante persone verranno salvaguardate». Dubbio legittimo anche perché Renzi ha assicurato che il pacchetto pensioni sarà a costo zero.
La misura più importante è il part time per gli over 63enni, confermato ieri dal premier e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Niente a che vedere con la flessibilità, ma è una sorta di mezza pensione. Con un costo. Al lavoratore dovrebbero essere garantiti i contributi pieni per gli anni che mancano alla pensione, lavorati in part-time.
Anche in questo caso il giallo è il «costo zero», annunciato da Renzi. Che sembra molto la conferma che a pagare i contributi mancanti, possano essere le aziende, a fronte dello stipendio ridotto per il tempo parziale. Nelle bozze entrate al consiglio dei ministri il costo delle misure per le pensioni era intorno ai 100 milioni. Pochissimo. La versione finale sarebbe appunto a costo zero.
È la conferma che a fare tramontare la flessibilità per i pensionandi non è stata tanto l'esigenza di fare delle proposte articolate e
studiate, ma il veto dell'Unione europea. Se nella legge di Stabilità ci fosse stata anche una marcia indietro sulla riforma Fornero, considerata da Bruxelles un punto fermo, tutta la legge avrebbe rischiato la bocciatura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.