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Pensioni di reversibilità a rischio: ora spunta l'ipotesi di un taglio

In futuro per poter beneficiare delle pensioni di reversibilità bisognerà non superare certi parametri economici

Pensioni di reversibilità a rischio: ora spunta l'ipotesi di un taglio

Torna a riscaldarsi il fronte delle pensioni. Il testo di uno dei decreti della delega legislativa sulla povertà depositati in Commissione Lavoro alla Camera, avevano denunciato a suo tempo i sindacati, prevede un intervento sulle pensioni di reversibilità. Il governo aveva negato ogni intenzione di tagliare questa prestazione, che spetta al coniuge o agli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore che ha versato i contributi. Ma come fa notare il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), anche nel testo del Def recentemente pubblicato dal governo questa intenzione viene ribadita con nettezza.

Ieri il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano ha scoperto un nuovo riferimento all’interno del Documento di Economia e Finanza appena presentato dal governo. In serata, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha fatto capire che è stato un errore tecnico. E ha dichiarato che "come ho già detto in Parlamento, c’è l’impegno del governo a correggere il testo della delega legislativa sulla povertà per chiare fuori da ogni equivoco che le pensioni di reversibilità non saranno toccate". Chissà se tanta incertezza e tanti stop and go in realtà non nascondano una guerra all’interno del governo tra chi lo vuole effettivamente, il giro di vite sulle pensioni di reversibilità, e chi invece non ne vuole sapere. Ma la parola fine a questa telenovela arriverà solamente quando il governo modificherà effettivamente (o lascerà inalterata) la norma contenuta nel provvedimento per la lotta alla povertà.

Il testo - essendo una delega legislativa, che dovrà essere dettagliata proprio dall’Esecutivo - è un po’ vago, ma si capisce che allo scopo di far cassa le pensioni di reversibilità potrebbero diventare "prestazione assistenziale", e che per poterne beneficiare in futuro bisognerà non superare certi parametri economici. Ma il governo o una sua parte intende ancorare la reversibilità (ma anche assegno sociale, integrazione al minimo, maggiorazione sociale del minimo, assegno per il nucleo con tre figli minori) al reddito calcolato con il meccanismo dell’Isee, che tiene conto anche di eventuali patrimoni finanziari e immobiliari. In altre parole, la vedova casalinga per una vita - ma cui il coniuge ha lasciato in eredità qualche immobile e dei Btp - rischia di dover dire addio all’assegno. Inoltre nell’articolato della delega due volte si parla di "razionalizzazione delle prestazioni", termine che di norma si traduce in "tagli". E infine, finora la pensione di reversibilità era appunto una misura "previdenziale", dovuta perché costruita con i contributi versati dal lavoratore nel corso degli anni. Con la riforma diventerebbe "assistenziale", e correlata ai mezzi di cui dispone il beneficiario.

Le voci all'interno del governo però si fanno contrastanti. Infatti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini smentisce quanto detto finora e assicura che non ci saranno tagli: "C'è una volontà comune di governo, forze politiche, Parlamento di chiarire il più possibile e di evitare equivoci e strumentalizzazioni", ha affermato Nannicini, a margine del convegno "Verso una nuova organizzazione del lavoro pubblico e privato. Le opportunità del lavoro agile per donne e uomini". "Non c'è mai stata la volontà di intervenire sulle pensioni di reversibilità.

È stato un equivoco nato da una frase generica".

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