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"Pessimo gusto, così non è equo". Rita Dalla Chiesa sbotta per il doc sul fascismo

La serie tv sul generale Dalla Chiesa viene rimandata per par condicio ma a Venezia va in scena il docufilm che attacca la Meloni. L'amarezza dell'ex conduttrice e candidata di Fi: "Due pesi e due misure..."

"Pessimo gusto, così non è equo". Rita Dalla Chiesa sbotta per il doc sul fascismo

"Sicuramente ci sono stati due pesi e due misure". Con l'ideale bilancia che, guarda caso, è sembrata ancora una volta inclinata a sinistra. Il caso del docufilm sulla marcia su Roma presentato alla Mostra del Cinema di Venezia continua a far discutere. Alle voci polemiche per l'inserimento di un'immagine di Giorgia Meloni nella controversa pellicola di Mark Cousins si è aggiunta oggi quella di Rita Dalla Chiesa, popolare volto tv nonché candidata alle prossime elezioni con Forza Italia. L'ex conduttrice Mediaset, infatti, ha sperimentato in prima persona i paradossi di una par condicio talvolta incomprensibile.

La scelta di proporre quel film a Venezia, ha tuonato la figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, "è stata di pessimo gusto". Poi l'ex presentatrice argomentato: "Sicuramente ci sono stati due pesi e due misure. Io mi ero rassegnata al blocco per l'uscita della fiction su mio padre perché c'era una legge, e io sto attenta alle regole, ma poi vedere che al Festival di Venezia permettono la presentazione di un documentario come 'Marcia su Roma' lo trovo come minimo poco equo". Già perché nei giorni scorsi - proprio in virtù della legge sulla par condicio - la Rai aveva rinviato la messa in onda di una serie in quattro puntate dedicata alla figura del generale Dalla Chiesa. Una scelta che Forza Italia aveva stigmatizzato come oltraggiosa nei confronti della memoria dell'eroico uomo di Stato.

Poi a Venezia è arrivato il film che - per stessa ammissione del regista - mette in guardia il pubblico sui governi di destra. Da qui, il comprensibile sfogo di Rita Dalla Chiesa. "Potrei dire di più ma ho rispetto per una campagna elettorale che deve andare avanti in modo civile, me lo sono imposto. Non mi permetto di giudicare le scelte delle Giornate degli Autori della Mostra ma credo che sia stato uno sbaglio. Un conto è una fiction su un pezzo di storia della nostra vita, di storia italiana, un conto questo documentario. Mi sono resa conto anche io dell'enormità del paradosso", ha lamentato la candidata azzurra, interpellata dall'Adnkronos.

Per descrivere lo strano clima creatosi in questa campagna elettorale, l'ex conduttrice tv ha poi raccontato un eloquente episodio personale. "Oggi ero ad una cerimonia in onore di mio padre. Sono talmente ancora sotto scacco delle persone che mi stanno macellando ogni centimetro della carne, del cuore, del cervello, criticando la mia scelta di scendere in politica, che quando mi hanno chiamato sul palco per consegnarmi il riconoscimento avevo perfino paura di salire a prendermi questo fumetto, e ho detto a mia sorella: 'Vai tu'. Questa cosa però deve finire...", ha confidato Rita.

A fronte di tale situazione, l'ex presentatrice Mediaset ha quindi auspicato che un cambio di rotta possa arrivare proprio con il contributo dei cittadini e - nelle immediate contingenze - degli elettori. "Forse le ribellioni prima o poi arrivano dalle persone, se vedono una campagna elettorale non viene portata avanti in modo equo, giusto, civile.

Ci sono stati troppi sbagli", ha concluso.

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