Pestaggi, rapimenti, coltellate: è la faida fra trapper

Due artisti rivali, Simba La Rue e Baby Touché, combattono per i "like": nove giovani arrestati

Pestaggi, rapimenti, coltellate: è la faida fra trapper

Milano. Il pestaggio e il sequestro di persona in diretta Instagram per guadagnare like e conquistare fan. Una faida tra gruppi di trapper che si combatte a coltellate, sparatorie, rapine e minacce. Da una parte Simba La Rue, 20 anni e oltre 290mila follower, dall'altra il rivale Baby Touché, 19enne con più di 270mila seguaci online. Entrambi con i loro brani fanno milioni di clic. È un mondo parallelo e violento, tutto trasfigurato sui social, quello che viene a galla nell'inchiesta della Procura di Milano. Ieri i carabinieri della compagnia di Milano Duomo hanno arrestato nove giovani, tutti della banda di Simba. L'inchiesta è coordinata dal pm Francesca Crupi.

«Molti trapper anche milanesi - spiega il gip Guido Salvini nell'ordinanza di custodia - sono di origine nordafricana, anche di seconda generazione, e le loro manifestazioni violente si ispirano in qualche modo ai tumulti delle banlieue francesi». Le accuse sono a vario titolo di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate. In carcere è finito appunto Mohamed Lamine Saida, in arte Simba La Rue, accusato, tra l'altro, insieme al manager Chakib Mounir detto «Malippa», di sequestro e lesioni su Mohamed Amine Amagour, cioè il trapper padovano Baby Touché. Gli altri arrestati, oltre a Simba, nato in Tunisia, e all'impresario, nato a Lecco, sono un ragazzo italiano nato a Bergamo, due ragazzi nati in Senegal, uno nato in Costa d'Avorio e uno in Macedonia, un ragazzo straniero nato a Palermo e una ragazza straniera nata a Monza. Hanno fra i 25 e i 19 anni e risiedono tra le province di Como, Lecco e Bergamo. Il 9 giugno scorso in via Boifava a Milano Baby Touché fu picchiato e tenuto a forza in un'auto per due ore, con tanto di video del viso tumefatto e sanguinante postati sui social sia della vittima sia degli aggressori. Simba, poi, a metà giugno subì un agguato e fu ferito gravemente a coltellate a Treviolo. Su questo caso, considerato una ritorsione da parte di membri della gang di Baby Touché, indaga la Procura di Bergamo. Un altro episodio contestato a Simba e altri cinque è la rapina ai danni due giovani del gruppo rivale, pestati e colpiti anche con un coltello il primo marzo scorso a Milano per rubare loro un portafogli e un cellulare. Tutti fatti collegati tra loro. Scrive il gip: i giovani «che aggrediscono, nel giro di pochi giorni diventano quelli aggrediti, in una spirale di aggressioni-ritorsioni-aggressioni che si autoalimenta e che non appare altrimenti arrestabile e che con il passare del tempo produce crimini sempre più cruenti e pericolosi». Numerosi blitz negli ultimi mesi, tutte a Milano, tutte spettacolarizzate e pubblicizzate sui social, con i follower che parteggiano per l'una o l'altra banda, non solo scegliendo le canzoni preferite ma anche facendo il tifo negli scontri violenti.

Nelle perquisizioni di ieri a casa di Simba è stata anche trovata una pistola calibro 6.35 con quattro proiettili. È emerso inoltre che il ruolo della ragazza arrestata, Sara, era di attirare le vittime con la scusa di un appuntamento e poi di depistare le indagini. Ascoltato dagli investigatori sul suo sequestro, Baby Touché ha detto: con Simba «abbiamo inscenato una finta faida fra di noi per fare spettacolo e per farci pubblicità». Nelle intercettazioni gli indagati commentano le aggressioni appena commesse: «Lo abbiamo aperto bene, era pieno di sangue eh ... visto?».

Ancora: «Sai come stavamo piangendo adesso se avevamo dietro il ferro (la pistola, ndr)» e l'amico: «Ci prendevano tutti .... stavano venendo qui altre tre macchine». Sara parla del sangue di un aggredito: «Il suo sangue, fi.., volevo spalmarmelo in faccia il suo sangue di mer..».

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