Coronavirus

"Più libertà ai vaccinati. Il prezzo delle chiusure lo paghi chi rifiuta i sieri"

Il governatore: qui il più grande cluster per colpa dei cortei. Tenere aperte le attività è un dovere

"Più libertà ai vaccinati. Il prezzo delle chiusure lo paghi chi rifiuta i sieri"

Zona gialla in arrivo, ma se andassimo oltre i vaccinati non dovrebbero pagare il prezzo delle chiusure. Parola di Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia.

La Regione va in zona gialla?

«Siamo molto vicini. Credo che sia imminente guardando i dati. In questi giorni o nel giro di una settimana saremo in zona gialla».

Se la situazione peggiorasse è favorevole a restrizioni sui non vaccinati?

«Mi auguro di non arrivare alla zona arancione. Con il giallo le restrizioni sono limitate come l'uso della mascherina all'esterno e in quattro al tavolo in ristorante. Se scivolassimo verso l'arancione cambia parecchio. Le restrizioni non possono essere a carico dei vaccinati, sarebbe eccessivo far pesare la situazione a chi si è fatto due o addirittura tre dosi proteggendo se stesso e la comunità».

Pensa ad un sistema come quello adottato in Austria, che impone il lockdown ai non vaccinati?

«Non sto parlando di maggiori restrizioni per i non vaccinati, ma di maggiore apertura per i vaccinati».

L'impennata dei contagi dipende dai cortei no pass?

«C'è sicuramente un'influenza dei paesi limitrofi, come Austria e Slovenia dove c'è un'alta incidenza. Però il dato di fatto è che i cortei di Trieste hanno provocato il più grande cluster della storia pandemica del Friuli-Venezia Giulia. Oramai sono state tracciate più di 200 persone positive e centinaia che non dicono dove sono state oltre a migliaia che non vogliono farsi il tampone. Quello che mi preoccupa di più sono i messaggi che lascia chi ha ancora paura nel limbo del non vaccinato. Si tratta di messaggi deleteri nel momento in cui abbiamo prove certe dell'efficacia e delle sicurezza del vaccino. Ho sentito cose allucinante come la storia che gli extraterrestri ci controllano tramite il vaccino».

Domenica nella piazza no pass a Trieste hanno preso la parola anche intellettuali come Freccero, Meluzzi e un presidente emerito di Cassazione. Cosa ne pensa?

«Dobbiamo tornare alla razionalità e alla verità dei fatti. Purtroppo, anche grazie ai social, si sono inseriti dei ragionamenti al di fuori del buon senso. Tutti noi ci fidiamo di chi pilota l'aereo e non andiamo a dirgli come decollare o atterrare. Mi sembra incredibile che qualcuno si professi esperto ora con laurea su Facebook o Instagram. Seguendo notizie legate alla menzogna rischiamo di mettere in crisi non solo il sistema della salute, ma anche quello economico».

Stefano Puzzer, il portuale leader delle proteste no pass, vuole andare all'Onu a Ginevra.

«Dobbiamo tornare tutti con i piedi per terra».

I vaccini sono troppo deboli?

«In Regione abbiamo circa l'82% di vaccinati sopra gli 11 anni. E i numeri testimoniano che i vaccini funzionano molto bene contro la malattia grave. Detto ciò bisogna essere realisti: non esiste alcun vaccino che garantisca una copertura al 100%, però rappresenta una drastica diminuzione del rischio. È come andare in macchina con la cintura di sicurezza. L'incidente può capitare, ma riduco la possibilità di farmi male».

Quest'anno andremo a sciare e passeremo Natale e Capodanno con i cenoni oppure no?

«Non penso debba essere un'opzione, ma va considerato un dovere tenere aperte le attività economiche che lo scorso anno hanno sofferto tantissimo.

Pure con la sicurezza dovuta in un periodo pandemico non possiamo pensare di sacrificare ancora le feste e le attività economiche».

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