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Piano da antiterrorismo contro gli assembramenti

Le file per lo shopping e gli assembramenti che hanno segnato il week end in tutte le città spingono Palazzo Chigi a una stretta anti-Covid per Natale

Piano da antiterrorismo contro gli assembramenti

Le file per lo shopping e gli assembramenti che hanno segnato il week end in tutte le città spingono Palazzo Chigi a una stretta anti-Covid per Natale. In arrivo, con il prossimo Dpcm, anche misure più rigorose e sopratutto controlli per evitare che, con l'arrivo delle ormai imminenti festività, saltino tutte le regole, finora applicate poco e con grande difficoltà. In attesa del provvedimento del Governo, è il ministero dell'Interno che si prepara a dichiarare guerra agli assembramenti come contromisura per evitare un ritorno di fiamma dei contagi. Il giro di vite nei controlli arriverà ai prefetti dal Viminale sotto forma di circolare, firmata dal capo di gabinetto del ministro Luciana Lamorgese, Bruno Frattasi. Nel mirino shopping e centri commerciali, tema delicatissimo in vista dell'inevitabile corsa ai regali per Natale. E la circolare, che arriverà per aprire la strada a quanto previsto dal prossimo decreto del governo, chiederà appunto di aumentare il numero di agenti in azione per far rispettare meticolosamente le regole, dal numero massimo di clienti ammessi all'interno dei negozi al distanziamento e alla presenza dei dpi. La raccomandazione è dunque a far rispettare le regole e il rischio, in caso contrario, è che fiocchino le sanzioni.

Anche sul rischio di assembramenti nelle zone più «calde» delle nostre città è in arrivo una stretta, che dovrebbe prendere in prestito le prescrizioni già attuate negli scorsi anni per combattere il timore di attentati terroristici, e quindi si valuta di contingentare l'accesso a strade o piazze - individuate dai comitati per l'ordine e la sicurezza - con barriere, transenne e tornelli che consentano di tener conto del numero di persone all'interno dell'area ad accesso ristretto. Una raccomandazione che arriva anche dal presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, che su Twitter ieri ha ricordato come «non bastino le raccomandazioni» per impedire gli assembramenti, ma servano invece «decisioni e regole». Inoltre, e questa è materia del prossimo decreto di Palazzo Chigi, anche gli spostamenti verranno limitati, sicuramente nel periodo immediatamente precedente e successivo alle feste, probabilmente già dal 18 o dal 20 dicembre e almeno fino all'Epifania, consentendo all'interno di questa finestra gli spostamenti tra regioni, anche se gialle, solo a chi ha residenza o domicilio nel luogo in cui è diretto. Niente «libertà di cenone», insomma, anche se bisogna attendere il prossimo Dpcm del 3 dicembre per capire se verranno concesse deroghe, e anche per far rispettare il piano natalizio sono previsti controlli e «filtraggi» in stazioni e punti di ingresso e uscita dalle città.

Il caos degli ultimi giorni ha già fatto scattare contromisure a Torino, dove dopo la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza si è deciso di blindare le regole per evitare che il passaggio da regione rossa ad arancione venga percepito come un «liberi tutti». Previsti da subito controlli più severi sulle giustificazioni per gli spostamenti e pattuglie a piedi di agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani per verificare il rispetto delle regole in città e nei negozi.

E anche sulla scuola, Conte e il Governo sembrano voler scaricare sui prefetti l'onere della decisione di riaprire o meno le aule di licei e scuole superiori, demandando ai rappresentanti territoriali del governo il compito di organizzare e coordinare tavoli con i sindaci, le aziende di trasporto pubblico locale e le autorità scolastiche interessate, ed eventualmente le Asl, per decidere se e quando riaprire le scuole superiori, che al momento proseguono in didattica a distanza anche nelle regioni gialle.

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