Il piano di Emiliano e De Luca per tentare la "scalata" al Pd

Vincenzo De Luca e Michele Emiliano puntano a rappresentare l'ala dialogante del Pd in vista di nuovi accordi con la Lega di Matteo Salvini

Il piano di Emiliano e De Luca per tentare la "scalata" al Pd

Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, i due pesi massimi del Pd al Sud, stanno facendo tremare Enrico Letta. Il primo ha lanciato un vero e proprio anatema contro il Ddl Zan, mentre il secondo ha flirtato l'estrema destra locale ed elogiato platealmente Matteo Salvini.

Mosse che mettono a serio rischio la leadership di Letta, già minata da varie frizioni interne. Per ora tutto si muove sotto traccia, in attesa del vato autunnale che vedrà impegnato il segretario nel (non più sicuro) collegio di Pisa. Determinanti saranno anche gli esiti delle amministrative a Milano, Torino, Roma, Bologna e Napoli. Solo in queste ultime due città si è concretizzata l'alleanza col M5S e, viste le difficoltà interne ed esterne, non è escluso che la minoranza chieda l'indizione di un nuovo Congresso. Ed è in questo contesto che si muovono abilmente i due governatori. “Loro vedono uno spazio politico nella possibilità di rappresentare un pezzo del Partito Democratico che dialoga con Salvini. Soprattutto De Luca pensa che Letta abbia un'agenda troppo radical, troppo intellettualistica e, siccome è realistico che le larghe intese durino anche la prossima legislatura, dobbiamo provare a intestarci la parte dialogante del Pd", rivela a ilGiornale.it un parlamentare dem che conosce bene le dinamiche politiche tipiche del Sud. Emiliano, invece, ha elogiato così platealmente Salvini per due motivi differenti. "Alcuni dicono che lui deve una parte della sua elezione al boicottaggio che la Lega ha operato nei confronti del candidato della Meloni, Raffaele Fitto. Altri, invece, sostengono che Emiliano vorrebbe accreditarsi come 'lo Zaia del Pd', la parte dem dialogante e aperta nei confronti di Salvini e della Lega”, ci fa sapere la nostra fonte. La speranza di entrambi è quella, una volta concluso il loro mandato da governatore, di aver un ruolo nazionale e, pertanto, ora provano a occupare uno spazio vuoto. "Sostanzialmente, si preparano all'eventualità che Letta non ci sarà più, anche se non sono in grado di buttarlo giù. Sperano di occupare una posizione politica che gli assicuri una rendita, ma non escludo che - chiosa la nostra fonte - non pensino anche a ricoprire, in futuro, il ruolo di segretario”.

Un'eventualità, quest'ultima, che, invece, esclude Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica all'Università di Bologna, che a ilGiornale.it dice: “Mah, sono entrambi al secondo mandato e credo che non abbiano grandi ambizioni. Ho l'impressione che si facciano pubblicità a scapito del Pd. Per dirla con Nanni Moretti: mi si nota di più se faccio il leale esponente di partito e il dirigente autorevole o se critico i leali dirigenti di partito e gli esponenti autorevoli? La risposta che loro si danno è la seconda e, pertanto, criticano". La realtà, secondo il politologo torinese, è più semplice: "Emiliano vuole disinnescare la presenza della Lega in Puglia, mentre De Luca ha una parte di elettorato che quel Ddl Zan certamente non lo gradisce". Infine, l'accordo col Pd c'è adesso, ma sarà difficile riproporlo in futuro.

"Non so quel che succederà nel 2023, ma, se come sembra, il centrodestra avrà una maggioranza schiacciante non dialogherà certo con Emiliano o De Luca. Non vedo questa come una strategia lungimirante tanto più che né Salvini né Meloni sono personaggi dialoganti”, chiosa Pasquino.

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