
Nella road map che guarda al futuro di Gaza c'è sia il fronte militare che quello della stabilizzazione e ricostruzione, due ambiti su cui il governo italiano ha già dato la sua totale disponibilità. Ribadita ieri dal vicepremier Antonio Tajani nel corso di un'informativa alle Camere. E poi messa in campo con una riunione di due ore della task force insediata a Palazzo Chigi che ha iniziato a definire le principali linee di intervento su forniture alimentari urgenti, ricostruzione, sanità, formazione, istruzione e intelligence. Sono questi, infatti, i punti principali di quel "paper" annunciato lunedì sera da Giorgia Meloni al termine del summit di Sharm el-Sheikh. Un piano in due tempi, dunque. E che passa anche per un'accelerazione nel riconoscimento della Palestina da parte del governo italiano, perché - spiega Tajani - "i fatti abbreviano i tempi".
In Parlamento, il ministro degli Esteri torna sull'eventualità di inviare soldati sul campo e conferma che l'ipotesi è in campo e il governo è favorevole. Purché si tratti di una missione di peacekeeping per "il monitoraggio del cessate il fuoco" e sotto l'ombrello dell'Onu. "Il piano Trump prevede il dispiegamento a Gaza di una Forza internazionale di stabilizzazione e - spiega Tajani - l'Italia è pronta a fare la sua parte". "Naturalmente - aggiunge ribadendo quanto aveva già detto in Egitto Meloni - Camera e Senato verranno coinvolte in tutte le decisioni e mi auguro che si possa trovare un'unità di intenti tra le diverse forze politiche". Un appello che ha trovato la disponibilità sia del Pd che del M5s.
Quello di una forza militare internazionale sul campo è uno scenario possibile, ma che al momento non sembra imminente. Nonostante la firma del piano di pace a Sharm el-Sheikh lunedì scorso, infatti, la strada per una tregua permanente resta ancora in salita, sia perché né Israele né Hamas erano al summit egiziano, sia perché rimane da definire la delicatissima "fase due", a partire dal futuro dei territori occupati. Ragione per cui il governo italiano ha deciso di focalizzarsi soprattutto sulla stabilizzazione e ricostruzione di Gaza.
La riunione di ieri a Palazzo Chigi (presieduta da Tajani perché Meloni era impegnata al forum sul Processo di Aqaba insieme al re di Giordania Abdullah II) è un primo passo operativo. E ha visto la partecipazione di diversi ministri, della Protezione civile, dei Servizi e del nuovo inviato speciale della Farnesina per Gaza Bruno Archi, già consigliere diplomatico di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi tra il 2008 e il 2011. I tempi per mettere a terra un piano organico sono stretti, non a caso la Farnesina sarà impegnata già la prossima settimana in una prima missione tecnica tra Israele, Cisgiordania e Giordania, per confrontarsi con autorità locali e agenzie dell'Onu sul territorio. L'obiettivo di Meloni, infatti, è presentare il "paper" italiano alla conferenza sulla ricostruzione che si terra al Cairo a novembre.
Sul fronte degli aiuti alimentari, l'Italia sta preparando quello che la Farnesina definisce il più grande invio di aiuti dall'inizio della crisi. Si tratta di 100 tonnellate, raccolte - spiega il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida - grazie al contributo delle principali realtà del sistema Italia. Sul fronte sanitario, invece, la Protezione civile è pronta ad allestire in poche settimane due ospedali da campo (il primo potrebbe essere fornito dalla Regione Piemonte). Si tratta di un'opzione già valutata dalla Difesa tempo fa, ma all'epoca accantonata per la mancanza di acqua pulita. È anche per questo che l'Italia metterà a disposizione dei potabilizzatori. La Farnesina, invece, lavora al potenziamento di due ospedali in Giordania per dare assistenza sanitaria ai civili di Gaza. Su questo versante, peraltro, ci sarebbe una disponibilità del governo italiano a fornire protesi adeguate per chi è rimasto mutilato. Fino ad oggi, infatti, Israele lasciava entrare solo modelli di protesi ormai vetuste perché i modelli più recenti sono provvisti di microchip. Sul fronte istruzione - alla riunione della task force era presente anche la ministra Anna Maria Bernini - l'Italia punta anche all'attivazione di corsi a distanza, con atenei tradizionali e telematici e alla costruzione di un'università nella Striscia. Sarà possibile grazie all'uso di strutture prefabbricate.
Le stesse che dovrebbero essere utilizzate per ospitare case per famiglie, scuole e ospedali nel breve-medio periodo. Ovviamente, fanno sapere da Palazzo Chigi, il tutto avverrà solo dal momento in cui si verificheranno le condizioni per operare in sicurezza.