Per il piano vaccini Arcuri arruola pediatri e medici di famiglia

Coinvolti da settembre a fianco dei nuovi 20mila sanitari. Speranza: prime dosi già da gennaio

Per il piano vaccini Arcuri arruola pediatri e medici di famiglia

Non ci saranno città di serie A e altre di serie B, ma tutti riceveranno il vaccino senza distinzioni.

Il commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri rassicura: le dosi arriveranno ovunque e basteranno (in teoria avanzeranno pure) a vaccinare i 40 milioni di persone previste. «Non ci sarà alcuna differenziazione territoriale rispetto al tipo di vaccino - spiega Arcuri davanti alle commissioni riunite Trasporti e Affari sociali della Camera - Tutti saranno distribuiti in modo omogeneo e progressivo su tutto il territorio nazionale. Non è ammissibile o immaginabile che la possibilità di vaccinarsi dipenda dal luogo dove si vive o si lavora». Dopo la vaccinazione al personale sanitario e agli anziani comincerà, verosimilmente in primavera, la seconda fase, quella più di massa di somministrazione. I centri vaccinali saranno 1.500 e con tutta probabilità verranno coinvolti anche i medici di medicina generale e i pediatri. In seguito anche le farmacie.

Il ministro della Salute Roberto Speranza è fiducioso che l'Ema darà entro l'anno la certificazione per uno di questi vaccini (quello di Pfizer-BionTech e poi l'11 gennaio per quello di Moderna) e se ciò venisse confermato alla fine di gennaio si partirà. «Il cuore della vaccinazione anti-Covid - ha però aggiunto - sarà tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. A quel punto valuteremo se la vaccinazione volontaria sarà sufficiente». L'obiettivo è completare la copertura vaccinale a settembre, per ora senza prevedere obblighi ma puntando, questo si, a vaccinare anche gli adolescenti prima dell'inizio della scuola. «Il mio dovere è mettere tutti gli italiani nelle condizioni di vaccinarsi - ha spiegato Arcuri - I nostri esperti dicono che dovrebbero farlo almeno il 60% delle persone per raggiungere un livello di contagiosità scarso. Noi auspichiamo che grazie ad una campagna di comunicazione massiva si possano superare le ritrosie a sottoporsi al vaccino che pure ci sono, non so se nella popolazione o in chi ritiene di rappresentarla sui media».

Uno dei punti che sta suscitando le prime critiche al piano riguarda la logistica. Se non dovesse funzionare la distribuzione delle dosi, verrebbe compromesso tutto il progetto per uscire dalla pandemia. «Le forze armate sono il soggetto principale cui verrà richiesto di contribuire al trasporto - spiega il commissario straordinario - alla distribuzione ed eventualmente allo stoccaggio dei vaccini. Se serviranno altri contributi verranno coinvolti anche gli attori della logistica». E sono proprio gli attori della logistica, soprattutto quelli privati, a chiedere da oltre un mese di convocare un tavolo per coordinarsi e per affrontare tutti i problemi pratici che loro, tra consegne Amazon e anni di esperienza, conoscono bene. Per ora si sa solo che per traghettare i vaccini ovunque verranno utilizzate le unità mobili che si muoveranno dai 300 punti di somministrazione e condurranno in sicurezza il vaccino, per esempio, nelle residenze per anziani o in altri luoghi.

Nel frattempo comincia, per ora in via ufficiosa, la campagna per promuovere l'importanza della vaccinazione e medici e infettivologi cominciano a lanciare i primi appelli sui social. E negli Stati Uniti, dove la pandemia ha toccato livelli record (con 2.

880 morti in sole 24 ore), a metterci la faccia sono tre ex presidenti, Barack Obama, George W. Bush e Bill Clinton che hanno fatto sapere di essere disposti a farsi vaccinare per dimostrare che i vaccini anti-Covid non sono a rischio.

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