
Si fa avanti l'altro Pd. Dopo le piazze romane di sabato pomeriggio, nelle quali sono state bruciate le bandiere Nato e dell'Ue, l'ala riformista dei dem alza la testa e mette nel mirino la segretaria Elly Schlein. La leader del Pd non nasconde la simpatia verso il mondo Pro pal, anti-americano. Feeling che sta diventando un problema politico. C'è un tema, ufficialmente aperto, al Nazareno e riguarda la linea sulla politica estera. Simona Malpezzi (foto) ci mette la faccia ed esce allo scoperto nell'intervista (di ieri) al Corriere della Sera: "Il Pd non c'era in quella piazza.
Quella non è la nostra piattaforma. Perché - prosegue - gridano fuori dalla Nato e dalla Ue, bruciano le bandiere. Il Pd non è quella cosa là. Noi non siamo per la Palestina dal fiume al mare. E bisognerebbe fare una bella discussione pubblica per far capire che cosa c'è dietro al termine riarmo". La presenza al corteo romano di una delegazione dem (tutti fedelissimi di Schlein) fa scattare l'allarme. Il senatore Alessandro Alfieri in un colloquio con il Tempo si smarca dalla piazza.
Un senatore dem si sfoga al Giornale: "C'è il timore di uno scivolamento verso una posizione radicale. Proviamo a scimmiottare Conte ma rischia di far diventare il Pd la brutta copia del M5s". Altre due dirigenti dem hanno messo agli atti il proprio dissenso rispetto alla linea di Schlein sul medio oriente: Lia Quartapelle e Pina Picierno. Quest'ultima aveva definito il corteo in piazza contro il riarmo Ue "iniziativa strampalata".
Sembra, invece, entrato in un silenzio mistico l'ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, leader di fatto dell'ala riformista. Guerini è totalmente in disaccordo sulla deriva contiana imboccata dal Pd sul tema Medio Oriente e Difesa.