Picchiano un 17enne invalido e pubblicano il video sui social

I bulli sono minorenni, Corona va sotto casa di uno di loro. La madre della vittima: "Ho cercato i genitori, cacciata via"

Picchiano un 17enne invalido e pubblicano il video sui social
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Hanno aggredito un ragazzino disabile alla stazione di Galatina, in Salento. In una vera e propria spedizione punitiva. Senza il minimo scrupolo, senza che nessuno si ravvedesse e fermasse gli altri. Gli autori dell'assalto sono adolescenti tra i 15 e i 17 anni: una baby gang fatta e finita, che ora dovrà rispondere di lesioni personali aggravate dalla minor età e dalla crudeltà.

Il ragazzo picchiato è diabetico e invalido al 100%. Di origini tunisine, la sua famiglia, vive in Salento da anni. Dopo l'aggressione, sua madre si è presentata a casa di uno dei bulli, per parlare con i genitori, ma lei stessa ha ricevuto un trattamento umiliante. «Mi è stato detto di andarmene - racconta - senza comprendere la gravità del gesto del figlio. Come possono mai crescere in ambienti sereni ed educativi ragazzi del genere?». Poi è scattata la denuncia. «Mio figlio sta male. Non vuole uscire da casa. Ha paura di incontrare ancora una volta i suoi aggressori per strada». Nel corso delle perquisizioni domiciliari a carico dei primi sei minori identificati quali presunti autori materiali del pestaggio sono state rinvenute e sequestrate due pistole giocattolo prive del tappo rosso.

Sulla vicenda è intervenuto anche Fabrizio Corona che su Instagram ha pubblicato i nomi di quelli che lui ritiene siano i responsabili dell'aggressione. È poi andato a casa di uno di loro, a Noha, frazione di Galatina, facendosi immortalare vicino al cartello all'ingresso del paese: «Ops, siamo venuti a prenderli» scrive in un reel. Le indagini stanno cercando anche di far luce sull'eventuale movente dell'aggressione, anche attraverso l'analisi del telefono cellulare della vittima. Gli aggressori stessi avevano postato il video del pestaggio sui social per poi cancellarlo. Non si esclude l'ipotesi della sfida, né della volontà precisa di pubblicare un video scioccante sui social per incassare like e introiti pubblicitari, come spesso accade con i filmati girati durante le risse organizzate a tavolino e consumate a favore di telecamera.

«Alla vittima e ai suoi familiari va la piena vicinanza della Regione Puglia - ha aggiunto Viviana Matrangola, assessore regionale alla Legalità - Ma la solidarietà delle istituzioni non basta. Negli ultimi mesi, gli episodi di violenza giovanile sembrano assumere connotati sempre più preoccupanti che non possiamo ignorare. Il problema, ancora una volta, ha una radice culturale che dobbiamo affrontare alla base, con azioni di cultura del rispetto e della legalità che possano penetrare profondamente nel tessuto sociale e familiare e nelle scuole».

«Da alcune settimane siamo in dialogo con le Prefetture della regione per studiare il fenomeno delle violenze giovanili e delle 'baby gang' con più dettaglio, in modo da costruire interventi di prevenzione e di contrasto con l'aiuto delle istituzioni e delle reti di animazione sociale presenti sui territori affinché episodi di questo tipo non accadano mai più. Davanti a violenze come questa - ha concluso - non possiamo rimanere indifferenti. Bisogna richiamare alla responsabilità tutte le figure educative, dai genitori agli insegnanti».

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