E intanto organizza le serate da mille euro

Piddini a caccia di imprenditori per rimpinguare le casse del partito

Il responsabile della tesoreria del Pd, Francesco Bonifazi
Il responsabile della tesoreria del Pd, Francesco Bonifazi

Roma - Mille euro per una cena, e che sarà mai? Vuoi mettere, sedersi a fianco di Matteo, scambiare quattro chiacchiere con lui, entrare nel demi-monde degli imprenditori filorenziani, sperare di poter influire nelle scelte di governo. Infatti molti industriali hanno già aderito e il sei novembre parteciperanno a Milano al primo pranzo di finanziamento all'americana, ma anche alla berlusconiana, del Pd. Mille euro per cinquecento posti per due cene: il partito del Nazareno punta toccare il milione. Deputati, europarlamentari e consiglieri regionali sono mobilitati, ognuno dovrà presentarsi con cinque ospiti paganti. Appuntamento a The Mall , quartiere Porta Nuova, 4.200 metri quadrati pronti ad accogliere il premier e i suoi ricchi sponsor.

Dopo le tante svolte politiche, eccone una più pratica che fa arricciare il naso alle vecchia guardia, il fund raising . Una scelta obbligata, visto che il finanziamento pubblico è sta finiendo, le casse del Pd sono vuote e non si vive più di salamelle, di militanza porta a porta, di feste dell'Unità. Però, nell'ottica renziana, è pure una scelta strategica per la costruzione del nuovo partito: non fanno forse così pure i Clinton, Obama e gli altri numi del centrosinistra planetario?

C'è di più. Le cene di finanziamento dimostrano come il presidente del Consiglio stia cercando di arare campi sempre più vasti e distanti da quelli originali. Basta leggere la lettera spedita da Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd lombardo. «L'obbiettivo è quello di mobilitare una parte importante del mondo produttivo milanese, oltre ai mondi tradizionalmente vicini al nostro partito».

E dunque, proprio mentre la Camusso dice che Renzi è stato messo al governo dai poteri forti, lui insegue gli imprenditori. La Cgil riempie le piazze? Matteo se ne farà una ragione. Landini è finito in mezzo agli scontri tra gli operai delle acciaierie di Terni e la polizia? Peccato. Cuperlo scalpita? Si calmerà. Civati e Fassina se ne vogliono andare? Si possono accomodare. Susanna attacca? Chi se ne frega.

No, in questo momento al premier non importa molto dell'autunno caldo, non teme di farsi altri nemici a sinistra, concentrato com'è ad allargare il bacino d'utenza, suo, del Pd e del futuribile Partito della Nazione. E in questo disegno, le cene da mille euro hanno un posto fondamentale.

Bersaniani e dalemiani doc non hanno mosso un dito, scandalizzati dall'idea, gli uomini di Matteo invece si sono messi ventre a terra per raggiungere il risultato. Tra i più attivi viene segnalato il deputato Luigi Famiglietti, che ha sparso la voce anche durante la Leopolda. Ma ancora più scatenati, pare, i neo-renziani e quelli che vorrebbero accredidarsi: del resto presentarsi con una cinquina pagante di prestigio è un buon modo per mettersi in luce ed entrare nelle grazie del presidente-segretario. L'unico in dubbio è Giuliano Pisapia: ha una cena dell'Anci con gli altri sindaci, troverà il modo di liberarsi. «Andate sul territorio, cercate membri della Confindustria», questa insomma la linea dettata agli eletti dai vertici del Nazareno.

La «cinghia di trasmissione» per il nuovo modo di raccogliere fondi, in vista di un superamento del finanziamento pubblico ai partiti, è il sistema di elaborazione della lista. In pratica, a ogni referente vengono collegati i nomi che riesce a portare, che vengono poi racchiusi in una lista che finirà sul tavolo del premier. E tra un paio di settimane si replica a Roma.

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