Politici inermi, palla alle toghe. L'eutanasia può essere legale

Su dj Fabo le Camere in alto mare: pronta la Consulta Che potrebbe dare ragione al radicale Marco Cappato

Politici inermi, palla alle toghe. L'eutanasia può essere legale

L'anno è passato invano e la politica, scossa da ribaltoni e contro-ribaltoni, è sempre in alto mare. Così la legalizzazione dell'eutanasia, attraverso la porta nemmeno tanto stretta della depenalizzazione dell'aiuto al suicidio, è a un passo. Oggi il tema così incandescente torna alla Corte costituzionale che nell'ottobre scorso aveva sospeso il processo a Marco Cappato e passato la palla alle Camere. Ma il Parlamento ha litigato, non ha prodotto un testo condiviso e ora la Consulta potrebbe sciogliere i nodi d'imperio.

I cattolici premono. Qualche giorno fa il Papa, che non parla solo di accoglienza ai migranti come qualcuno si ostina a sostenere, ha ribadito che l'eutanasia non è una scelta di libertà ma «una soluzione sbrigativa». E inaccettabile.

La speranza Oltretevere è che lo schieramento cattolico, trasversale ai gruppi dalla Lega all'Italia viva di Renzi, trovi la quadra rivedendo l'impianto normativo dell'articolo 580 del codice penale. Quello che oggi equipara l'aiuto all'istigazione al suicidio. La strada, tracciata dal cardinale Gualtiero Bassetti, dovrebbe essere quella di mitigare e differenziare le pene, tenendo conto anche del contesto familiare in cui spesso maturano questi drammi, ma senza cancellare il reato. Che invece la Consulta, spinta da un'eccezione presentata nel corso del processo Cappato davanti alla Corte d'assise di Milano, potrebbe spazzare via, dando ragione al leader radicale che accompagnò dj Fabo in Svizzera a morire.

Il problema è che questa estate il Parlamento, già in ritardo su un tema così divisivo e spesso strumentalizzato, è stato assorbito dalla pazza crisi innescata l'8 agosto da Matteo Salvini. E le manovre di assestamento non sono ancora finite, come dimostra la scissione renziana. Immaginare che si possa trovare una soluzione ad una questione scivolosissima pare fantascienza: i 5 Stelle sembrano orientati verso un sì convinto alla linea Cappato, i laici del Pd sono sulle stesse posizioni, anche se il capogruppo Andrea Marcucci, un renziano storico, ha depositato in Senato un disegno di legge in cui si suggerisce di rivedere al ribasso le pene, ma senza eliminarle, proprio come chiesto dalla Cei. Tutto è possibile, ma gli appelli di Bassetti sono caduti nel vuoto e ora probabilmente è troppo tardi per qualunque mossa, anche quella in extremis di avviare comunque l'iter legislativo mandando un segnale alla Consulta. L'«anno sabbatico» è finito e la Corte potrebbe decidere, e pure rapidamente, senza concedere un extratime a deputati e senatori, fin qui inconcludenti.

A ingarbugliare le carte c'è pure il parere partorito a fine luglio dal Comitato nazionale di bioetica. Il Comitato si è spaccato in due e non ha sposato alcuna tesi, ma ha concluso che il suicidio assistito è cosa diversa dall'eutanasia, anche se il risultato è lo stesso. Un aiutino per chi spinge per liberalizzare il fine vita e lasciarlo nelle mani dei malati.

Oggi dunque si terrà un'udienza pubblica, già domani la Corte potrebbe deliberare in camera di consiglio.

Il Presidente della Cei ha messo le mani avanti: la Consulta sta per «smantellare il reato», perché la legge attuale non bilancerebbe i diversi principi, comprimendo un bene prezioso come la libertà. Anche quella di farla finita. L'Italia è davvero a un passo dall'eutanasia. Ma a stabilirla, nell'inerzia dei partiti, sarà il partito dei giudici.

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