Cronache

"Polmonite, il batterio è la legionella"

L'ipotesi dell'assessore regionale. La Procura apre un fascicolo per epidemia colposa

"Polmonite, il batterio è la legionella"

È caccia al batterio che nella bassa Bresciana e in alcuni comuni confinanti del Mantovano e Cremonese ha già causato 150 casi di polmonite. L'emergenza non si placa e la Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta per verificare l'origine del contagio.

L'ipotesi su cui si indaga è di un reato di epidemia colposa e le indagini sono state affidate ai carabinieri del Nas, che stanno raccogliendo tutti i dati, in contatto costante con i vertici di Ats.

Ma intanto ieri è arrivata la conferma di quanto sospettato fin dall'inizio. «Abbiamo la certezza che si tratti di polmonite batterica - ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera - In quanto al tipo di batterio, nell'ultimo periodo sono in aumento i casi di legionella e questo ci fa pensare che il batterio in questione sia proprio la legionella».

Il numero delle soggetti che si sono rivolti in pronto soccorso è fermo a 138 e di questi 124 sono stati ricoverati negli ospedali di Montichiari, Manerbio, Desenzano, Gavardo, Asola e Castiglione delle Stiviere e Mantova. L'Ats sta cercando la presenza di un batterio nell'acqua, forse la legionella, e si ha una sola certezza: ci si muove in un contesto di elevatissima allerta sanitaria. L'Ats vuole capire anche se ci sia un nesso tra l'epidemia di polmonite e la moria di anatre registrata nella Fossa Magna di Carpenedolo pochi giorni fa. Così ieri il personale del dipartimento di veterinaria ha prelevato le carcasse dei 25 volatili, che verranno ora sottoposte ad esame autoptico all'istituto Zooprofilattico. In vista dell'inizio dell'anno scolastico, però, i sindaci dei paesi colpiti dall'epidemia hanno chiedono garanzie e in queste ore verranno intensificate le operazioni di igienizzazione e disinfestazione dei plessi scolastici.

L'assessore regionale al Welfare ha spiegato che si sta cercando di capire se il vettore sia l'acqua e, a tale scopo, sono stati interrogati gli stessi pazienti per capire se ci sia un elemento che li accomuna e individuare la sorgente. In queste ore, poi, si stanno valutando anche controlli nell'aria. «Non vogliamo lasciare nulla al caso», ha sottolineato Gallera, evidenziando l'intenzione di allargare le indagini, anche alle torri di raffreddamento, come è successo per il boom di casi di legionella a Bresso.

«Nel Bresciano siamo intervenuti a distanza di pochissime ore dall'evidenza del fenomeno e abbiamo convocato i gestori delle reti idriche e i Comuni per fare la prevenzione - ha aggiunto l'assessore - e in poche ore abbiamo fatto 52 campionamenti. Per i risultati dobbiamo attendere dieci giorni. Stiamo lavorando anche sui pazienti con prelievi e valutazioni delle urine».

La FIMMG lavora al passo con il Servizio sanitario regionale, mentre Giovanni Maga, responsabile del laboratorio di Virologia Molecolare presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia, ieri ha invitato alla prudenza nell'utilizzo dell'acqua, invitando la cittadini a usare i filtri per disinfettarla o eventualmente farla bollire.

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