Polonia, la sfida di Biedron. Un sindaco gay ed europeista a caccia dei voti delle donne

Polonia, la sfida di Biedron. Un sindaco gay ed europeista a caccia dei voti delle donne

Berlino Le europee si avvicinano e anche la Polonia si prepara alla corsa elettorale. Il sindaco di Slupsk, 100mila abitanti nel Nord Ovest del Paese a pochi chilometri dal Baltico, ha fondato Wiosna, che in polacco vuol dire Primavera.

Robert Biedron, il fondatore della nuova formazione, non è però un oscuro borgomastro di una piccola città già tedesca (Stolp), diventata polacca nel 1945. Già deputato al Sejm, la camera bassa del Parlamento polacco, Biedron è un volto noto nel suo Paese in quanto primo politico apertamente gay. La piattaforma laica del suo Wiosna rappresenta una sfida aperta al PiS (Diritto e Giustizia), il partito nazionalista, conservatore e cattolico fondato nel 2005 dai gemelli Jaroslaw e Lech Kaczyski. Fra il 2006 e il 2007 il PiS ha governato la Polonia in coalizione con altri partiti, ma dal 2015 Diritto e Giustizia esprime sia il presidente della Repubblica sia il primo ministro di un Paese che governa a maggioranza assoluta. Sotto la guida del PiS la Polonia è entrata in rotta di collisione con l'Ue su temi quali l'accoglienza ai profughi e l'indipendenza del potere giudiziario, muovendosi con la benedizione della Chiesa cattolica polacca. La piattaforma di Biedron è di aperta rottura con la morale imperante: il suo programma un po' Marco Pannella un po' Camillo Benso conte di Cavour prevede la separazione fra Stato e Chiesa, l'ammorbidimento della legislazione sull'aborto e l'introduzione delle unioni civili. Presentando la piattaforma politica a Varsavia fra uno sventolio di bandiera polacche e dell'Ue, Biedron non si è occupato solo di diritti civili: la sua Wiosna chiede anche fondi a favore dell'inseminazione artificiale ma anche dell'anestesia per le partorienti una pratica medica apparentemente poco diffusa nella conservatrice Polonia perché in contrasto con il biblico «e tu Eva partorirai con dolore». Un dottore di un ospedale di Lublino ha confermato al Giornale che «la decisione sull'anestesia durante il parto è esclusiva del medico: la donna non ha diritto di richiederla».

Molto attento all'elettorato femminile, Biedron ha anche proposto una campagna affinché ogni neonato abbia un posto all'asilo nido. E sulla scia di quanto annunciato pochi giorni fa in Germania, ha anche chiesto l'uscita della Polonia dal carbone entro il 2035, tre anni prima cioè dell'obiettivo che si sono dati i tedeschi. Wiosna in altre parole si propone come alternativa europeista, liberale e ambientalista a un sistema politico dominato a destra dal Pis e al centro dagli europeisti di Piattaforma Civica. È stato, fra le altre cose, l'omicidio due settimane fa del sindaco di Danzica, l'europeista Pawel Adamowicz, a favorire la scesa in campo di Biedron.

Nella politica polacca «non c'è più spazio per l'odio», ha dichiarato il fondatore di Primavera chiedendo la fine dell'accesa polarizzazione della vita pubblica nel suo paese. Secondo un sondaggio IBRiS, oggi Wiosna raccoglierebbe il 6,4% dei voti dei polacchi, ampiamente dietro al PiS (al 36,2%) e a Piattaforma Civica (al 29,6%).

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