
Stringe mani, ascolta testimonianze, e si presta perfino a qualche selfie. Don Matteo vip tra il popolo di Cl. Il cardinale Zuppi (nella foto), presidente della Cei, ma soprattutto arcivescovo di Bologna, è di casa al Meeting di Rimini. È una tradizione per lui arrivare alla Fiera e partecipare alla kermesse di fine estate, presiedere la solenne messe e intervenire a uno dei tanti panel proposti per la riflessione dei partecipanti. Generalmente è uno di quelli moderati da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, con cui ha un'amicizia particolare. Ieri il tema era "Mattone su mattone. La forza dei legami" e il focus sulla sussidiarietà, che è "alleanza sociale, è il pensarsi insieme", dice don Matteo, il prete in bici della porta accanto. L'accoglienza, come sempre, è calorosa, e non importa se Zuppi non sia diventato Papa, come in molti auspicavano perché "erede spirituale" di Francesco. L'alleanza per la speranza sociale che chiedeva Bergoglio deve essere "inclusiva e non ideologica" e deve "lavorare per il futuro".
Un abbraccio con Vittadini sul palco, i lunghi applausi del popolo di Cl. "Don Matteo" non può poi sfuggire alle domande dei cronisti sullo scenario internazionale. L'Ucraina in primis, ma anche Gaza, e il ruolo della comunità internazionale. D'altra parte ha ancora il ruolo di delegato del Vaticano per la pace che gli era stato affidato da Francesco. Sotto il suo pontificato, era stato a Kiev, a Mosca e a Washington per tessere le fila della diplomazia. Un ruolo che Leone ha al momento confermato, anche se don Matteo sembra lavorare sempre più sotto traccia. "L'avvio di dialogo possa davvero portare i frutti che tutti quanti desiderano. Ovviamente è un cammino, è un itinerario dice il porporato - per fortuna che c'è comunque un cammino. Speriamo che tutti quanti facciano la loro parte". E proprio ieri Papa Prevost ha inviato una lettera al presidente ucraino. "Imploro il Signore di toccare i cuori delle persone di buona volontà, perché il fragore delle armi cessi e lasci il passo al dialogo, aprendo il cammino della pace per il bene di tutti", ha scritto Leone, in occasione della Giornata dell'indipendenza dell'Ucraina. "Ho visto la lettera ha risposto Zuppi -. Il Papa non si augura altro che la pace.
È l'invito - e anche un impegno - non solo per Zelensky, ma per tutti quanti debbano contribuire affinché i due attori del conflitto, Russia e Ucraina" arrivino alla pace. Per "Don Matteo", occorre un ruolo forte anche di un terzo attore, la comunità internazionale.