La pornostar di Trump: "Vuoto il sacco su di lui"

Il legale del tycoon: "Le diedi 130mila dollari per il silenzio". La Daniels: intesa cancellata

La pornostar di Trump: "Vuoto il sacco su di lui"

La presunta relazione di Donald Trump con l'ex pornostar Stormy Daniels, che ha mandato su tutte le furie la first lady Melania, torna a tormentare il presidente Usa. Questa volta, però, a riaprire la vicenda è l'avvocato personale del tycoon, Michael Cohen, che in una nota al New York Times spiega di aver pagato di tasca sua i 130mila dollari consegnati alla donna, senza nemmeno avvisare il suo cliente. Una scelta che ha sollevato più di un interrogativo, e che il legale ha motivato dicendo: «L'ho fatto per proteggerlo da una storia non vera». «Né la Trump Organization né la campagna di Trump sono state parte della transazione con Stephanie Clifford - si legge - e nessuna delle due mi ha rimborsato, direttamente o indirettamente». «Il pagamento a Clifford era legale, non era un contributo alla campagna o una spesa della campagna», continua. La relazione tra The Donald e la pornostar risalirebbe al 2006, l'anno successivo alle nozze con Melania, e pochi mesi dopo la nascita del figlio Barron. In gennaio il Wall Street Journal ha rivelato il passaggio di denaro avvenuto nell'ottobre 2016, poco prima delle elezioni presidenziali, per mettere a tacere la donna. Cohen, secondo il quotidiano, usò degli pseudonimi e una società privata creata in Delaware per pagare il silenzio dell'ex pornostar. L'avvocato di lunga data del Commander in Chief in un primo momento ha smentito il pagamento, mentre ora, per la prima volta, ammette il suo ruolo in quella che ha definito «una transazione privata». «Solo qualcosa non è vero non significa che non possa fare danni. Io proteggerò sempre Trump», sottolinea. E fa sapere di aver inviato una simile dichiarazione alla Federal Election Commission (Fec), in risposta alla denuncia di un gruppo chiamato Common Cause, secondo cui il pagamento andava considerato un contributo illegittimo alla campagna elettorale. Il mese scorso, comunque, anche la Casa Bianca ha smentito le accuse, diffondendo un comunicato firmato da Clifford in cui ha affermato: «Non nego la relazione perché sono stata pagata, la nego perché non c'è mai stata». Durante una sua apparizione in tv, l'ex pornostar non ha voluto negare pubblicamente, e poco dopo è rispuntata una sua intervista rilasciata nel 2011 al magazine di gossip In Touch. Intervista all'epoca mai pubblicata, in cui ammetteva la presunta relazione, descritta come «generico sesso da manuale». E oggi la sua manager fa sapere che l'avvocato di Trump ha invalidato l'accordo: «E Stormy sta per raccontare la sua storia».

Tutto cominciò, secondo la sua versione, nel 2006, quando conobbe Trump ad un torneo di golf per celebrità in Nevada, ed ebbe con lui un rapporto sessuale nella suite dell'hotel Lake Tahoe. «In realtà non so nemmeno perché l'ho fatto - ha detto - ma ricordo che mentre facevamo sesso pensavo cose del tipo, per favore non provare a pagarmi...». L'affaire a suo dire continuò con vari incontri, anche a New York e a Los Angeles, per un anno.

Anche un'altra donna, l'ex modella di Playboy Karen McDougal, sostiene di aver avuto una relazione con Trump e di aver venduto i diritti esclusivi per la pubblicazione

della storia alla società che possiede il tabloid National Enquirer. La vicenda però non è mai uscita, e il capo della comunicazione della Casa Bianca, Hope Hicks, ha definito le affermazioni di McDougal «totalmente false».

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