Cronaca giudiziaria

Portanova e lo stupro. "Il rifiuto era netto"

Non è stata concessa nessuna attenuante al calciatore Manolo Portanova, condannato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo

Portanova e lo stupro. "Il rifiuto era netto"

Non è stata concessa nessuna attenuante al calciatore Manolo Portanova, condannato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo, perché la vittima «manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con gli altri quattro ragazzi» presenti. Volontà che la giovane senese abusata la notte fra il 30 e il 31 maggio 2021 espresse «in modo ripetuto e inequivocabile». Nelle motivazioni della sentenza il giudice Ilaria Cornetti scrive che «il suo dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto». Così è stata raggiunta la prova della responsabilità penale degli imputati.

La ragazza dovette subire gli abusi di Portanova e di altri tre giovani, fra cui lo zio del calciatore, Alessio Langella, condannato alla stessa pena nello stesso processo con il rito abbreviato, mentre il terzo imputato ha scelto quello ordinario. Il fratello del calciatore, invece, all'epoca dei fatti minorenne, sarà processato dal Tribunale dei minori di Firenze.

Gli imputati hanno sempre sostenuto che la ragazza fosse consenziente a un incontro con tutti. Secondo quanto ricostruisce il giudice nelle motivazioni, Portanova sarebbe stato a conoscenza che la giovane si era infatuata di lui e le avrebbe fatto credere che si sarebbero appartati da soli in una stanza, mentre invece anche gli altri entrarono nella stanza, «prima uno, poi gli altri due», compiendo «atti di violenza sessuale nei confronti della vittima». La ragazza sarebbe stata costretta a subire e a compiere atti sessuali e sarebbe stata colpita con forza in più parti del corpo, fotografata e ripresa durante gli abusi.

Il gup rileva che la giovane alla fine rinunciò a reagire «e passivamente, come un automa», subì la violenza.

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