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Portiamo i migranti in Europa con i nostri voli

È solo una provocazione per dire non si può continuare così. Tollerando vigliaccamente una modica quantità di morti in cambio di una finta opposizione all'invasione

Portiamo i migranti in Europa con i nostri voli

Sull'immigrazione che sta arrivandoci addosso con una potenza da eruzione vulcanica elenco due dati certi.

1) Nessuno di noi vuole contribuire alla morte dei tanti poveri cristi caricati sui gommoni, non c'è alcuno tra noi che lascerebbe annegare bambini o le loro madri, ma anche gli zii e i nonni.

2) Nessuno di noi vuole che accada al nostro popolo come ai romani dopo l'arrivo di migranti dal nord, alla fine dell'impero. La popolazione italica fu ridotta a un quarto per la totale insicurezza, la propensione alla violenza senza sanzioni, eccetera.

In sostanza: non vogliamo uccidere; non vogliamo morire.

I totalitarismi del Novecento hanno sterminato decine e decine di milioni di innocenti, in nome del bene e della felicità dell'umanità. Ma chi di noi approverebbe l'eliminazione o l'ingabbiamento dei circa 250 milioni di africani tra i 18 e 35 anni che puntano con le buone o con le cattive a risalire il Sahara e ad approdare in Europa, dunque in Italia? Di certo però, se ce la fanno, moriremo tutti. Loro e noi.

Oggi si fugge in massa da Paesi in guerra, oppure da territori dove si fa la fame. Sia chiaro. Quanti alla fine sono soccorsi in mare non sono tra i più poveri dei poveri, ma l'esito di una selezione per censo e per salute. Chi giunge sulla battigia sono i «fortunati» che hanno avuto a disposizione alcune migliaia di dollari ottenuti vendendo tutto o tassando i parenti. Trovano a prezzi esosi chi li carica su camion e bus scalcinati, i più deboli cedono, sono abbandonati. Chi ce la fa passa da un taxista (o schiavista) all'altro. Finché sulla costa libica o egiziana versano ciascuno mille dollari e si va per mare. Già alla partenza sono programmati i soccorsi. I più ce la fanno e sono trasferiti su navi soccorrevoli, altri annegano. Ed ecco le immagini di rari nantes in gurgite vasto, i titoli commossi sui giornali, e ci mancherebbe altro. In attesa che queste persone salvate e felici si trasformino in un'armata mantenuta. E dall'amore si passa alla ripulsa in fretta.

Questo tran tran con la lacrimuccia incorporata è assolutamente ipocrita. Invece di lasciare le navi di recupero di naufraghi in mezzo al mare, eviteremmo morti, e costerebbe meno, organizzare ponti aerei e traghetti dalle coste. I denari destinati all'affitto di carriole potrebbero essere destinati a pagare un normale biglietto. Si eviterebbe oltretutto di finanziare il terrorismo. Oppure ancora: organizziamo voli charter a pagamento dal Senegal, dalla Nigeria, dal Mali e dal Niger. Facciamoci rimborsare con l'inserimento lavorativo. E quanti morti in meno ci sarebbero.

Ovvio: è una provocazione.

Ci sarebbe ancora un'altra idea. La rubo al glorioso e intelligente socialista pugliese Rino Formica. Quando era ministro delle Finanze per neutralizzare i contrabbandieri propose sul serio di arruolarli nella guardia di finanza. Così potremmo fare con la manovalanza degli schiavisti. Diamogli una divisa, una paga, barche che tengano il mare. Diventerebbero amici, niente più terrorismo, fine dei naufragi. Risparmi colossali in tributi di annegati e in spese di pattugliamento.

Paradossi per dire che non si può continuare così. Tollerando vigliaccamente una modica quantità di morti in cambio di una finta opposizione all'invasione.

E allora?

Si tratta di ripetere purtroppo in condizioni peggiori quello che Berlusconi concordò con Gheddafi. Campi in Libia e in Tunisia ad alti standard umanitari dove accogliere i migranti, stabilendo quanti e chi possa accedere in Europa, e rientro in patria di chi non ha diritto o non è idoneo. Certo oggi la Libia è un inferno. Ma a questo punto l'Europa se esiste deve creare le condizioni di sicurezza perché questo si faccia, in coalizione con Stati Uniti e Federazione russa, e anche i Paesi arabi volonterosi.

Inoltre - e qui Renzi non sbaglia - si tratta come Europa di investire in Africa, creare condizioni di minimo benessere per una popolazione ormai acculturata e dunque capace, se accompagnata, di farcela. Diciamolo: si tratta di tornare all'idea ottocentesca, ma senza più brutalità, di un sostegno ai Paesi africani che comprenda una cultura non impregnata, come quella che propagandano i mass media e internet, di consumismo e relativismo sfrenati. Colonizzazione? Forse. Adesso c'è già, peraltro: e la stanno facendo i cinesi. I quali si stanno comprando l'Africa e creano schiavi. E dove non arrivano i cinesi, ci pensano i Paesi arabi che diffondono un islam accattivante, quello che fa rima con guerra all'Occidente. Meglio evitarlo.

Di certo, oggi limitarsi a soccorrere i naufraghi è un aiuto alla morte dei migranti, e anche alla nostra.

Un po' di lungimiranza, please.

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