Livorno Anche Livorno finisce nel panico per il primo caso grave di Coronavirus. Un uomo di 55 anni, proprietario di un'attività in città, è infatti ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale labronico. Le sue condizioni sono gravi, ma stabili, la prognosi riservata. A quanto pare si è sentito male nella giornata del 3 marzo ed è corso, su consiglio del medico curante, al pronto soccorso, dove è stato subito isolato nonostante i sintomi che presentava fossero diversi da quelli comuni del virus cinese, ovvero febbre alta, tosse, problemi respiratori. Ora sono finite in quarantena domiciliare (per 14 giorni), 14 persone, tra infermieri e medici che lo hanno assistito, la moglie, la figlia e il medico di famiglia. Il tampone è risultato positivo e i sintomi si sono aggravati nel corso di poche ore. L'uomo era tornato nei giorni scorsi da un viaggio a Bologna, dove si era recato per un torneo di biliardo e proprio lì si era sentito male. Peggiorando ha deciso, su consiglio del suo curante personale, di rivolgersi al pronto soccorso. «Si tratta di un paziente diabetico - ha spiegato il direttore del reparto di urgenza, dottor Alessio Bertini -, in sovrappeso e con problemi legati a una patologia respiratoria. È sicuramente una persona ad alto rischio». Pare che lo stesso prima del 15 febbraio avesse girato altre città del nord, per questo si sta cercando di ricostruire i suoi movimenti e di capire con chi sia venuto a contatto, anche se dal 18 febbraio non si sarebbe mosso da casa. «Una volta giunto in pronto soccorso - hanno spiegato dall'ospedale livornese - all'uomo è stata subito messa una mascherina chirurgica ed è stato posizionato in un'area separata da altri pazienti da tende di plastica. Nel pomeriggio è stato portato in rianimazione, visto che le sue condizioni si sono aggravate rapidamente. In serata è arrivato il risultato del tampone, purtroppo positivo». Al pronto soccorso livornese non era stata posizionata la tenda all'ingresso per eventuali pazienti con sintomi da Coronavirus perché troppo vicina all'area di elisoccorso e quindi avrebbe procurato problemi ai piloti durante l'atterraggio.
Il caso è molto simile a quello di Mattia, il «paziente zero» lodigiano ancora in gravi condizioni. A Livorno c'è preoccupazione per il rischio contagio, tanto che il sindaco Luca Salvetti ha predisposto l'apertura dell'unità di crisi cittadina.
«Grande calma e buon senso - ha spiegato il primo cittadino - . Lo dico a tutti i miei concittadini. Ma nessuna, nessuna, sottovalutazione. Tanto è vero che voglio capire cosa è successo il 3 marzo al pronto soccorso. Se tutto quello che è stato preparato a livello regionale è stato messo in atto. E ora non facciamo la caccia all'untore, dobbiamo comportarci in maniera civile e oculata. Sarebbe disdicevole trovarci di fronte a scene che non sono di una società civile».
Il caso livornese è il 38esimo in Toscana, che ora rischia di diventare una delle regioni focolaio. Ieri 19 nuovi contagiati tra i quali anche un bambino di 11 anni.
La Regione ha deciso di interrompere «l'accesso all'ospedale di tutti i visitatori, pazienti ambulatoriali, operatori sanitari che presentano sintomi
simil-influenzali». Saranno inoltre rimandate le operazioni chirurgiche non necessarie negli ospedali del Granducato in modo da trovare la disponibilità di 100 posti letto in più in terapia intensiva da dedicare all'emergenza Coronavirus.
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