Il potere equivoco della magistratura

La nostra diventerà una vera democrazia e non soltanto una imitazione quando si stabiliranno i confini che separano il potere dei rappresentanti da quello dei magistrati

Il potere equivoco della magistratura

La nostra diventerà una vera democrazia e non soltanto una imitazione quando si stabiliranno i confini che separano il potere dei rappresentanti da quello dei magistrati, due falsi gemelli legati da un equivoco. In una democrazia tutto il potere appartiene soltanto al popolo sovrano. La magistratura, non essendo legittimata dal popolo, non è un potere. Nelle Costituzioni democratiche europee la parola pouvoir in Francia e Gewalt in Germania sono usate soltanto per chiarire che il potere è tutto e soltanto del popolo che lo delega ai rappresentanti. Da noi nasce l'equivoco.I rappresentanti del popolo usano il potere del popolo per fare le leggi e controllare il governo. La Democrazia è il gioco e la Costituzione il manuale di istruzioni.

Non c'è spazio per poteri aggiunti. In tutte le democrazie del mondo soltanto chi agisce per delega del sovrano elettore esercita il potere. Purtroppo però la nostra Costituzione è ambigua perché all'articolo 104 avverte che la magistratura è indipendente «da ogni altro potere». Come dire: è un potere anch'essa. La Carta contiene diversi equivoci ammiccanti, come quando proclama che il lavoro è un diritto, senza dire chi dovrebbe assicurarlo.

Così dichiara che la magistratura è indipendente, in grado di garantire al cittadino una giustizia che non subisce pressioni indebite. Tutti vediamo che non è così e che gli incidenti sono continui. E dunque proprio da qui bisogna ripartire per rianimare una democrazia vulnerabile e sotto tutela.

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