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Il premier dia l'esempio: vaccino in pubblico per smentire i No Vax

L'indice di mortalità dei cittadini europei vaccinati con AstraZeneca è pari allo 0,0000008%. Statisticamente, è molto più probabile morire in un incidente stradale che in seguito al vaccino anti Covid

Il premier dia l'esempio: vaccino in pubblico per smentire i No Vax

L'indice di mortalità dei cittadini europei vaccinati con AstraZeneca è pari allo 0,0000008%. Statisticamente, è molto più probabile morire in un incidente stradale che in seguito al vaccino anti Covid. Eppure, gli italiani si mettono serenamente alla guida, ma quelli pronti a vaccinarsi senza remore sono solo la metà. Gli altri si dividono tra un 10-15% di no-vax convinti e un 30-35% circa di dubbiosi tendenti allo scetticismo.

Le élite, non si capacitano. Possibile tanta irrazionalità? Sì, è possibile. Anzi, sarebbe strano il contrario. Esempio. È opinione diffusa (anche tra le élite più «illuminate») che la globalizzazione abbia aumentato le diseguaglianze e aggravato le condizioni di vita nei paesi meno sviluppati: come ha ben argomentato lo statistico svedese Hans Rosling in un saggio dal titolo emblematico, «Factfulness», è vero il contrario. Lo dicono i numeri, ma i numeri bisogna conoscerli. E comunque i numeri senza una retorica non hanno alcun appeal. Lo aveva capito già a fine Ottocento il primo psicologo delle masse, Gustave Le Bon. «La ragione crea la scienza, ma i sentimenti guidano la storia» sentenziò lo studioso preso a modello sia da Lenin sia da Mussolini. In anni più vicini a noi, analizzando il funzionamento del cervello umano le neuroscienze hanno confermato le sue intuizioni. «La ragione è l'ultima a sapere», ha concluso il celebre neuroscienziato americano Michael Gazzaniga. Più della ragione contano, dunque, le emozioni, le percezioni, le credenze, i sentimenti. E i sentimenti più potenti, e più potenzialmente autodistruttivi, sono la paura e il sospetto. Sentimenti oggi prevalenti. Sentimenti acuiti da oltre un anno di tensioni e di incertezze. Un anno trascorso più che mai attaccati ai social. E i social, ormai l'abbiamo capito, incoraggiano le estremizzazioni, i cospirazionismi, le falsificazioni... Sono sempre i numeri a dirlo. Una ricerca del Mit di Boston ha infatti dimostrato che su Twitter le false credenze si propagano sei volte più velocemente delle verità.

Tutto questo per dire cosa? Per dire, semplicemente, che se il governo e più in generale lo Stato italiano vogliono che i cittadini apprezzino, tra le altre cose, i vaccini, sarebbe opportuno smetterla di accendere ceri alla dea Ragione e cominciare ad incarnare sentimenti e simboli. Una cosa è dire «anche mio figlio si è vaccinato con AstraZeneca», altra cosa è l'immagine del presidente del Consiglio col braccio scoperto nell'atto di vaccinarsi.

E pazienza se qualche imbecille dovesse gridare al privilegio di Casta.

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