La mediazione del premier Draghi, ancora una volta. E quella della Guardasigilli Marta Cartabia per evitare fino all’ultimo il muro contro muro in cdm che alla fine dopo ore di tensione trova l’unanimità sulla riforma del processo penale. «Lo sforzo della riforma è stato dare un’immagine del processo penale, in cui tutti potessero riconoscersi», ha detto il ministro. Il compromesso trovato cade sui reati contro la Pubblica amministrazione, tra cui corruzione e concussione, che i grillini hanno chiesto di inserire tra quelli per i quali i tempi della prescrizione processuale sono più lunghi. Si è scongiurata così la spaccatura con il M5s su una legge decisiva per l’erogazione dei fondi del Pnrr. Il pacchetto di emendamenti a firma Cartabia modifica la riforma con cui l’ex ministro Alfonso Bonafede aveva abolito la prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Una battaglia simbolo del Movimento al governo, che i grillini non potevano accettare di vedere del tutto snaturata. E per far digerire ai pentastellati le modifiche alla “loro” norma è passato ulteriore ritocco al pacchetto che ora è atteso in commissione Giustizia alla Camera prima di arrivare in Aula, con discussione il 23 luglio. La proposta Cartabia intanto passa.
Prevede lo stop alla prescrizione definitivamente dopo la sentenza di primo grado, sia per gli assolti che per i condannati, ma introduce dei termini massimi per la durata degli altri due gradi di giudizio, oltre i quali il reato viene dichiarato improcedibile: due anni per il processo d’Appello e un anno per la Cassazione. A differenza della prescrizione, che estingue il reato, in questo caso il reato resta ma si blocca il processo, sia pure definitivamente. Il «lodo» Cartabia prevede che siano però possibili delle proroghe - un ulteriore anno per l’Appello e sei mesi per la Cassazione - nel caso di reati più gravi e procedimenti «particolarmente complessi» - dovuti per esempio al numero delle parti o delle imputazioni. E qui il M5s ha puntato i piedi chiedendo di inserire nella lista di questi reati per cui si allungano i tempi anche quelli contro la pubblica amministrazione. Un altro totem per i pentastellati, che hanno fatto della legge Spazzacorrotti una bandiera. Restano esclusi da qualsiasi limite i reati «imprescrittibili», che prevedono l’ergastolo. «La Lega ha dato il suo contributo. L’impianto è soft, figlio di una mediazione, perché per i grillini la prescrizione non esiste a prescindere e quindi uno è imputato a vita. Siamo 60 milioni di presunti colpevoli», dice Matteo Salvini che continua nelle piazze la raccolta firme su sei quesiti referendari a cui ha aderito anche Forza Italia. L’obiettivo del leghista ora è definire ulteriori ritocchi in Parlamento.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini: «L’Italia fa un significativo passo in avanti nella modernizzazione della giustizia e nella velocizzazione dei processi, nella direzione indicata proprio dal Pnrr».
Ma gli emendamenti del ministro Cartabia passati in consiglio dei ministri sono in tutto 26, e riguardano anche le notifiche giudiziarie, il processo in caso di assenza dell’imputato, l’utilizzo delle videoregistrazioni e dei collegamenti a distanza. Modifiche anche su indagini e udienza preliminare: il pubblico ministero dovrà chiedere l’archiviazione quando gli elementi acquisiti non consentono una «ragionevole » previsione di condanna. La riforma prevede che si individuino criteri chiari di priorità delle indagini, che però non saranno stabiliti dal Parlamento. Saranno poi le singole procure a formalizzare «criteri di priorità trasparenti e predeterminati» con cui stabilire la precedenza delle indagini. Nessuna stretta sui ricorsi in appello: è confermata in via generale la possibilità - tanto del pm, quanto dell’imputato - di presentare appello contro le sentenze di condanna e proscioglimento, salvo limitate ipotesi. Vengono poi riscritte le norme sulle pene alternative, non la cancellazione del regime di semidetenzione e della libertà controllata.
Le pene sostitutive saranno la semilibertà, la detenzione domiciliare, il lavoro di pubblica utilità e la pena pecuniaria. Alla Camera però ora si apre una nuova partita. Il passaggio parlamentare non sarà indolore. L’esito non scontato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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