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Libro dei sogni di Conte: meno tasse col Recovery. Ma colpirà casa e consumi

Presentate in Parlamento le Linee guida del piano di rilancio italiano. L'esecutivo prende l'impegno a seguire le indicazioni Ue sul fisco

Libro dei sogni di Conte: meno tasse col Recovery. Ma colpirà casa e consumi

Ci sarà anche un capitolo fiscale tra le «politiche di supporto» che il governo varerà con le legge di Bilancio insieme al Recovery plan. E a quanto pare, come anticipato da il Giornale il 10 settembre, l'esecutivo Conte sembra intenzionato a colpire i soliti noti: consumi, casa e forse le pensioni.

Il governo ha presentato in Parlamento le «Linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza», già note nella bozza approdata alla Commissione interministeriale per gli Affari europei. Oltre alle «missioni», cioè la descrizione a grandi linee di come saranno utilizzati i 209 miliardi del Next generation Eu, ci sono anche le riforme che il governo intende attuare. Ed è questo il cuore del documento.

Il governo conferma di volere applicare in pieno le Raccomandazioni prese dell'Europa. Particolare apparentemente tecnico ma di grande importanza: non si limiterà ad adottare quelle del maggio scorso, molto leggere e completamente volte al superamento degli effetti economici della pandemia da Covid, ma si ispirerà a quelle del 2019.

Quindi disciplina di bilancio e precise scelte fiscali. «L'Italia - si legge nel documento - condivide quanto suggerito dalla Raccomandazione specifica del Consiglio Europeo e procederà ad una revisione della tassazione per ridurre l'elevato cuneo fiscale sul lavoro e trasferire l'onere fiscale ad altre voci e in generale dalle persone alle cose».

Il governo cita il fondo per il taglio del cuneo che è già legge, «con una dotazione di 3 miliardi nel 2020 (5 miliardi a partire dal 2021)». Poi spiega che il prossimo passo consisterà in una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta, finalizzata a disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini.

Tradotto, significa che saranno toccati consumi e, con tutta probabilità gli immobili (ipotesi non tanto remota, visto che ieri il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa ha twittato: «Il vecchio vizio di spostare le tasse anziché ridurle»), ma anche i consumi.

Linee di intervento delle quali fino ad oggi il governo non ha mai parlato ufficialmente, ma che evidentemente entreranno nell'agenda fiscale della prossima legge di Bilancio.

Non c'è un riferimento diretto alle pensioni. Ma il documento riporta fedelmente le Raccomandazioni europee per quanto riguarda la previdenza: «Attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso» degli assegni di vecchiaia. Quanto basta per lasciare Quota 100 sul suo binario morto e fare in modo che torni in vigore la riforma Fornero, magari con dei correttivi per i lavori usuranti e i precoci.

Sui conti pubblici, le linee guida del piano confermano quanto detto dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri (nella foto) già da un po': «Il governo dettaglierà il sentiero di rientro del deficit per gli anni 2021-2023 nella Nota di Aggiornamento del Def di prossima pubblicazione».

Se tagliare costi e incidere sul fisco sarà un problema, spendere i soldi lo è già. Ieri lo stesso Gualtieri ha illustrato le caratteristiche del «fondo patrimonio» per le Pmi. Misura nazionale che applica le norme temporanee europee sugli aiuti di Stato, che scadono il 31 dicembre. La «finestra è inevitabilmente stretta», ma «ci sono le condizioni per fruirla», quindi «ora o mai più», è stato l'appello di Gualtieri. Il rischio per il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, è che i 6 miliardi stanziati del piano siano «troppi», nel senso che alla fine non siano utilizzati della Pmi che vogliono investire.

Uno scenario poco piacevole: pagare il conto salto per politiche che poi non vengono utilizzate.

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