Guerra in Israele

Pressing su Biden per una tregua umanitaria. Blinken in Israele per ammorbidire l'alleato

L'Egitto aiuterà a evacuare circa 7mila stranieri attraverso il valico di Rafah

Pressing su Biden per una tregua umanitaria. Blinken in Israele per ammorbidire l'alleato

Ascolta ora: "Pressing su Biden per una tregua umanitaria. Blinken in Israele per ammorbidire l'alleato"

Pressing su Biden per una tregua umanitaria. Blinken in Israele per ammorbidire l'alleato

00:00 / 00:00
100 %

Cresce il pressing degli Usa su Israele, con Washington che cerca di mediare per istituire pause umanitarie nella guerra con Hamas. Da giorni Joe Biden deve affrontare crescenti pressioni da parte dei gruppi per i diritti umani, altri leader mondiali e l'ala liberal del suo partito, secondo i quali i bombardamenti di Tel Aviv della Striscia sono una punizione collettiva ed è il momento di un cessate il fuoco. E mercoledì, parlando a un evento elettorale in Minnesota, il presidente americano ha affermato che «abbiamo bisogno di una pausa per far uscire i prigionieri» da Gaza. Biden ha anche rivelato di essere stato «la persona che ha convinto Bibi a chiedere un cessate il fuoco per far uscire i prigionieri». Nonostante il comandante in capo abbia usato la parola cessate il fuoco stava parlando di un breve stop nei bombardamenti, non di uno stop più ampia delle ostilità, come riferito da funzionari della sicurezza nazionale. Lo Stato ebraico infatti si è opposto fermamente all'idea di una tregua, perché ritiene che darebbe a Hamas la possibilità di riorganizzarsi, e anche la Casa Bianca ha spiegato che la richiesta di pause è diversa da un cessate il fuoco che, ribadisce, andrebbe a beneficio di Hamas. L'argomento - secondo fonti dell'amministrazione Usa citate dal New York Times - sarà centrale nelle discussioni di Antony Blinken con il governo di Tel Aviv: il segretario di stato durante la sua visita in Israele farà pressione perché accordi una serie di brevi interruzioni nelle operazioni militari a Gaza in modo da consentire il rilascio in sicurezza degli ostaggi e la distribuzione degli aiuti umanitari. Il capo della diplomazia statunitense è partito ieri per il suo secondo viaggio in Medio Oriente da quando è scoppiata la crisi, e se da un lato vuole rinnovare il sostegno a Israele, dall'altro intende incoraggiare l'alleato a limitare le morti civili che hanno indignato gran parte del mondo. Dopo gli incontri in programma oggi con il premier Benjamin Netanyahu, poi, Blinken si recherà anche in Giordania e in Turchia. Intanto, l'Egitto aiuterà a evacuare «circa 7mila» stranieri e persone con doppia nazionalità da Gaza attraverso il valico di Rafah, come ha annunciato il ministero degli Esteri. Mentre gli Usa pensano anche al futuro, e secondo Politico sono in corso colloqui per istituire una forza multinazionale nella Striscia dopo che Israele avrà sradicato Hamas. I senatori democratici Chris Van Hollen e Richard Blumenthal hanno spiegato la diplomazia sta lavorando dietro le quinte «sulla possibile composizione di una forza internazionale», anche se probabilmente non includerà truppe americane. E sempre Politico ha rivelato che Biden e i suoi principali collaboratori hanno discusso della probabilità che i giorni politici di Netanyahu siano contati, tanto che secondo due fonti informate il presidente Usa è arrivato al punto di suggerire al premier di pensare alle lezioni da condividere con il suo eventuale successore.

L'aspettativa interna - hanno spiegato le fonti - è che il premier rimanga in carica ancora qualche mese, o almeno fino alla fine della fase iniziale di combattimento della campagna militare israeliana nella Striscia.

Commenti