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Pretendiamo trasparenza anche dalla Giustizia

Pretendiamo trasparenza anche dalla Giustizia

Questa non è una foto, è molto di più. Dopo l'imbarazzante «baciapiede», ecco l'abbraccio, con la mano dell'avvocato Leonardo de Cesare che sfiora la pancia del pm di Trani Simona Merra. Un gesto che tradisce confidenza e amicizia, le ragioni per le quali il magistrato Merra avrebbe dovuto astenersi dall'inchiesta che annovera tra gli indagati un capostazione difeso, guarda caso, dal biondo De Cesare, avvocato e testimonial del brand Mascalzone latino. Con lui, ha sostenuto Merra, ho avuto «una conoscenza limitata a quel periodo», luglio 2013. Peccato che questa seconda foto, pubblicata in esclusiva dal Giornale, risalga ai primi mesi del 2014. Le foto imbarazzanti sono sparite dal profilo Facebook del magistrato, ma non dalla memoria di qualcuno. Viene da chiedersi se qualcuno possa poi stupirsi se la fiducia dei cittadini italiani nella giustizia sia tra le più basse in Europa. Non c'entra la politica, non c'entrano i salvacondotti o la querelle sulla prescrizione. Le foto in questione sono il ritratto del piccolo mondo incantato e autoreferenziale di magistrati e avvocati di provincia, che gestiscono un sistema di relazioni e potere fuori da ogni controllo. La trasparenza resta un miraggio, incarichi e consulenze vengono assegnati quotidianamente senza un meccanismo effettivo di accountability.

Pretendiamo la trasparenza totale dalla politica, dovremmo fare altrettanto con chi amministra la giustizia in nome del popolo italiano.

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