Che alle primarie del Pd votino i rom non è più un mistero. Un pugno di euro in cambio del proprio voto. In questo modo il candidato sindaco poteva essere deciso d'ufficio aggirando agevolmente la base. Il 7 aprile 2013 Cristiana Alicata, membro della direzione nazionale del Pd, denunciò un brutto episodio avvenuto in una sezione della Magliana. "Alcuni militanti - racconta oggi a Repubblica - mi avvisarono che in una sezione della Magliana venivano accompagnati interi gruppi di persone e chi era lì aveva l’impressione che venisse detto loro per chi dovessero votare". Per questa denuncia la Alicata si prese pure della "razzista" dai vertici del Pd locale. Perché quelle persone accompagnate a votare erano essenzialmente i rom che vivono nelle periferie capitoline.
"Siamo in una situazione peggiore di quella del 1992. Se fossi in Marino, di fronte a uno stillicidio di notizie che finirebbe per condizionare tutto, sarei io stesso a dimettermi e poi ricandidarmi. Marino stravincerebbe e sarebbe, a quel punto, molto più libero". In una intervista al Corriere della Sera, l’eurodeputato del Pd Goffredo Bettini lo dice chiaramente: solo le elezioni possono lavare lo scandalo di "Mafia Capitale". In Campidoglio, come in parlamento. "Anche Renzi dovrebbe andare dritto al voto - avverte - dopo aver azzerato tutte le tessere del Pd". Questo perché dietro alle tessere gondiate e alle primarie pilotate c'è l'ombra di un sistema che coinvolge tutto il Nazareno, a più livelli. Dello scandalo dei rom che votano alle primarie si è sempre saputo. E sempre il Pd ha negato. Ma l'inchiestra "Mondo di mezzo" ha fatto crollare anche questa patina di menzogna. Tanto che le denunce spuntano come funghi.
Anche nel 2013, quando il popolo democrat è chiamato a scegliere tra Renzi e Cuperlo, i rom si mettono ordinatamente in coda per votare. Un voto, un tot di soldi. Gonfiano i numeri, e sballano le percentuali. Un sistema semplice e ben collaudato che ora fa crollare la prosopopea con cui la sinistra sbandiera l'uso delle primarie. "Alcuni avevano fatto mettere a verbale che avevano assistito a uno scambio di soldi - racconta Alicata - denunciai sui social network con una frase infelice la stranezza di quella partecipazione così massiccia, infelice perché ha concentrato l’attenzione sul fatto che quelle persone erano rom e non invece sulla questione che c’era chi probabilmente sfruttava la loro disperazione".
Nell'intervista a Repubblica, racconta quindi di essersi dimessa dalla direzione del Pd Lazio proprio perché stavo subendo un linciaggio con l’accusa di razzismo. "Poi sono stata chiamata da Renzi alla direzione nazionale - sottolinea - fare pulizia è possibile". Finora, però, la sporcizia è stata sempre nascosta sotto il tappeto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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