Primarie truccate: "Hillary si comprò il partito"

Grazie a un'intesa segreta controllava le finanze democratiche. Sanders: "Sono choccato"

Primarie truccate: "Hillary si comprò il partito"

New York - Hillary Clinton ha manipolato le primarie contro Bernie Sanders. Un fatto che sospettavano in diversi, ma la vera rivelazione è che c'era addirittura un accordo formale sul controllo del partito. La conferma arriva dall'ex presidente ad interim del Comitato Nazionale Democratico, Donna Brazile, e scatena il presidente americano Donald Trump, che cavalca le accuse e non esclude di licenziare il ministro della Giustizia Jeff Sessions, se il suo Dipartimento non rivolge l'attenzione investigativa verso i democratici. Nel suo libro, di cui Politico ha pubblicato un estratto, Brazile spiega di avere le prove che Hillary ha truccato le primarie dem per le presidenziali del 2016. «Avevo promesso a Bernie dopo la Convention di Philadelphia di cercare le prove - dice - L'ho chiamato prima del 7 settembre, le avevo trovate e mi si è spezzato il cuore». L'ex numero uno dell'Asinello ha infatti scovato un accordo di raccolta fondi tra i due comitati pro-Clinton (Hillary for America e Hillary Victory Fund) e il Dnc, firmato dall'ex amministratore delegato del partito Amy Dacey e dal manager della campagna dell'ex first lady, Robby Mook. «Nel documento si precisava come in cambio di raccolta fondi e investimenti nel Dnc», lasciato da Barack Obama con 24 milioni di dollari di debiti, «Hillary avrebbe controllato tutte le finanze e la strategia del partito». «Solitamente quando un partito sceglie il proprio candidato per le presidenziali, l'abitudine è che il suo team inizi ad esercitare un maggiore controllo», chiosa Brazile. Peccato che in questo caso l'intesa sia stata «firmata nell'agosto del 2015, solo quattro mesi dopo l'annuncio della candidatura di Hillary, e quasi un anno prima della nomination». «La vera storia della collusione è nel nuovo libro di Donna Brazile. Crooked Hillary ha comprato il partito democratico e rubato le primarie al pazzo Bernie», gongola Trump su Twitter, chiedendo al Dipartimento di Giustizia e all'Fbi di indagare. Poi rievoca gli altri scandali democratici, tra cui l'«emailgate», l'acquisto di una società con miniere di uranio in Usa da parte dei russi quando la Clinton era segretario di Stato, e il caso di Tony Podesta (fratello di John Podesta, ex capo della campagna di Hillary), dimessosi dalla sua potente società di lobbying dopo essere stato coinvolto nel Russiagate. Per il portavoce di Sanders, invece, si tratta di una «rivelazione scioccante». «Era chiaro che stavano dalla parte di Hillary, ma nessuno immaginava un accordo formale che dava alla Clinton il controllo del partito», ha aggiunto Jeff Weaver, che ha parlato con il senatore, e concorda con lui su come la migliore speranza per il Dnc sia la sua riforma in vista delle presidenziali 2020.

Pure la senatrice liberal Elisabeth Warren, la quale aveva dato il suo endorsement alla Clinton dopo la nomination, ha riconosciuto che le primarie sono state «truccate». Ora, però, invita a guardare avanti, e a rendere il partito «responsabile».

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