Il primo anno di Achille figlio della coppia acida ancora senza un futuro

I giudici non hanno deciso il destino del bimbo nato da Martina Levato e Alexander Boettcher

Il primo anno di Achille figlio della coppia acida ancora senza un futuro

Milano - Dall'amore malato di Martina Levato e Alexander Boettcher è nato tanto dolore. Quello dei ragazzi vittime delle aggressioni della cosiddetta «coppia dell'acido». Ma è nata anche una nuova vita, quella del loro bambino che a Ferragosto ha compiuto un anno. Il destino di Achille però resta sospeso.

Da oltre un anno il piccolo Achille è affidato ai servizi sociali del Comune di Milano e ospitato in una casa famiglia. I giudici non hanno deciso se lasciarlo crescere nell'ambito della famiglia d'origine, magari con i nonni, o dichiararlo adottabile e affidarlo a una famiglia «terza». Tra perizie, audizioni e pareri psichiatrici, il verdetto non arriverà prima di metà settembre. E comunque contro la sentenza di primo grado i genitori potranno fare appello. La scelta è difficile. Anche per questo sta prendendo tanto tempo. Il bene del bambino è al centro, ma cos'è meglio per lui? Separarlo definitivamente da una madre e un padre che hanno davanti decenni di carcere (28 lei e 37 lui, ma i processi sono in corso)? Quindi da una storia maledetta che sarebbe un fardello troppo pesante per la sua giovane vita? Oppure permettergli di portare avanti un legame - in particolare con la mamma - che in questi mesi si è inevitabilmente creato, anche se in incontri tra le mura di San Vittore e una volta a settimana?

Il procedimento della Procura dei minori per l'adottabilità è stato aperto immediatamente. Quando Martina Levato è stata arrestata insieme all'ex amante, il 28 dicembre 2014, era già incinta. Risponde insieme a Boettcher, e al presunto complice Andrea Magnani, dell'accusa di aver sfigurato con l'acido Pietro Barbini e Stefano Savi e di aver tentato di fare lo stesso a Giuliano Carparelli. Il pm minorile Annamaria Fiorillo ha sottratto Achille alla madre pochi giorni dopo il parto. Poi ha autorizzato i genitori a vedere il neonato, ma separatamente.

Così è cominciata la lunga fase di valutazione dei periti incaricati dal Tribunale per i minorenni, la neuropsichiatra infantile Cecilia Ragaini e la psichiatra e psicoanalista Simona Taccani, che hanno osservato genitori e nonni in compagnia del bimbo. Levato e i suoi genitori sono assistiti dall'avvocato Laura Cossar, Boettcher e la madre da Valeria Barbanti. A maggio è arrivata la severa relazione delle due esperte: Martina e Alex sono privi di «capacità genitoriale» e i nonni di quella «accuditiva». La strada migliore quindi sarebbe dichiarare il piccolo adottabile da una famiglia estranea. Sentita a luglio dal giudice Emanuela Gorra, l'ex bocconiana ha detto di essere «pronta a tutto» per stare con il figlio. Anche a trasferirsi nel carcere di un'altra città oppure insieme a lui all'Icam, l'Istituto di custodia attenuata. Ha ribadito di non avere più a che fare con l'ex amante e di essere pentita per i propri «atti gravissimi».

Davanti allo stesso giudice Alexander, che ha sempre respinto ogni accusa, ha chiesto che invece il bambino venga affidato alla nonna paterna e non che finisca in un luogo «simile a un carcere». Se però si opterà per l'adozione, ha aggiunto, «decidetelo subito». Le parti hanno tempo fino al 15 settembre per depositare le memorie conclusive. Solo dopo arriverà il verdetto.

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