Primo "trionfo" grillino: i trasporti rallentano. E pure il Pil farà lo stesso

Confcommercio contro l'ottimismo di Tria: "Traffico merci e passeggeri in contrazione"

Primo "trionfo" grillino: i trasporti rallentano. E pure il Pil farà lo stesso

Roma - Una crescita del Pil dell'1,5% nel 2018 «non è un obiettivo verosimile». La prima edizione dell'Osservatorio sui trasporti elaborato dall'Ufficio studi di Confcommercio confuta l'ottimismo del ministro Tria. La previsione è desunta dal notevole rallentamento del trasporto passeggeri e merci nel primo semestre dell'anno. Per il primo è stimato un incremento dell'1,8% (rispetto al +4,5% dei primi sei mesi 2017) mentre per le merci la crescita dovrebbe essersi fermata al +2,5% (contro il +3,3% dell'anno scorso).

Non si tratta di un allarme lanciato a casaccio in quanto la correlazione tra comparto dei trasporti ed economia è diretta e sempre più forte in virtù della maggiore incidenza del terziario. «Possiamo considerarlo un indicatore anticipatore», ha spiegato Mariano bella, direttore dell'ufficio studi di Confcommercio evidenziando come il sistema dei trasporti «restituisca fedelmente le difficoltà sperimentate da consumatori e imprese». A soffrire maggiormente è il traffico passeggeri autostradale che appare in contrazione: dopo il +0,6% osservato nel primo trimestre, in quello successivo dovrebbe essere diminuito dello 0,7 per cento. Per quanto riguarda il congiunturale del comparto merci su gomma, che rappresenta il 60% del totale trasportato in Italia, si passa nello stesso periodo da un +3,1 a un +2,3%. Analoghe dinamiche si osservano anche per il traffico ferroviario.

Confcommercio e Conftrasporto segnalano inoltre come le percezioni degli operatori dell'autotrasporto confermino le performance del settore. Già dalla seconda parte del 2016 le attese degli imprenditori sono infatti stazionarie e nel complesso la quota dei pessimisti supera quella degli ottimisti di 30 punti percentuali. Una nota positiva viene però dal recupero di efficienza delle imprese, seppure tra difficoltà economico-finanziarie, aumenta la quota di quelle organizzate in forme più evolute, ossia come società di capitali. Il loro peso è passato dal 18,9% di inizio 2016 al 21,6% dello scorso marzo.

Il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggé, ha sottolineato la necessità che il governo intervenga presto per risolvere tutte le criticità del settore. In primo luogo, imporre il rispetto della libera circolazione delle merci al Brennero creando un «corridoio Schengen» in quanto «ogni ora di ritardo nell'attraversamento costa 370 milioni all'anno alle imprese dei quali 200 milioni al sistema produttivo e 170 milioni alle imprese di autotrasporto. A questo proposito è stato inoltre chiesto di non limitare i rimborsi sugli incrementi dell'accisa sul gasolio per gli autotrasportatori. Uggé ha inoltre invocato una pronta applicazione della riforma del sistema portuale varata dal precedente ministro Graziano Delrio. «La proposta ci aveva visto favorevoli», ha ricordato ma ora è tutto fermo e «nulla è entrato in vigore» di quelle norme.

«La burocrazia sta soffocando tutto», ha aggiunto Uggé ricordando che «le autostrade del mare non sono solo le vie d'acqua, ma sono anche tutte le infrastrutture di supporto e la logistica: penso al fatto che ci vogliono 5 ore per uscire dal porto di Napoli». E, ha incalzato, «se si perde tempo, si perde competitività». Anche perché, ha concluso Uggé, «chi vuole bloccare il settore porta avanti un modello di decrescita felice».

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