Forse usa frasi meno ad effetto rispetto ad altri esponenti del suo stesso partito ma Giancarlo Giorgetti di questioni politiche se ne intende tanto che quando parla lo fa in modo diretto e chiaro e non risparmia critiche solo per farsi apprezzare anche dai suoi avversari.
Il deputato, da molti considerato l’anima più moderata della Lega, in una intervista al Messaggero ha parlato della situazione politica in Italia lasciando presagire che magari qualche sorpresa possa essere dietro l’angolo. "Ma qualcuno avrebbe mai immaginato un governo M5S-Lega? Qualcuno avrebbe mai pensato ad un esecutivo M5s-Pd? E allora…", ha sottolineato Giorgetti che poi, con ironia, ha replicato a chi gli parla di Stati generali replica con ironia: "Stati generali cosa? Già il nome non porta bene. Magari vorranno legittimare il Cnel".
La strategia del parlamentare leghista sarebbe far cadere Conte e poi si vedrà lasciando "che le cose prendano un corso naturale, che succeda qualcosa". Per Giorgetti non è detto che la fine del governo giallorosso debba inevitabilmente condurre al voto. Anzi, il numero due della Lega è molto cauto su questo tema. Il parlamentare ammette che andare alle elezioni in questo momento non è possibile. Il rischio, poi, sarebbe quello di ereditare un Paese al collasso. "Non siamo noi a decidere. Le cose le decidono gli altri. Qui il Parlamento non conta più nulla. Questo governo non sa nemmeno cosa sia il Parlamento", ha spiegato.
La consapevolezza è che nel momento in cui il governo ha indicato la data del voto per il 20 settembre, "di fatto dopo le elezioni Regionali e il referendum sul taglio al numero dei parlamentari si entrerà nel semestre bianco. E non sarà più possibile cambiare nulla", ha aggiunto il vice segretario della Lega. Quest’ultimo non dice apertamente che un tentativo per creare le condizioni all'attuale esecutivo andrebbe fatto ora ma, di fatto, il suo invito è esplicito: "Bisognerebbe parlare con il Pd. È il Pd che dovrebbe convincersi".
Giorgetti, poi, attacca in modo diretto Conte e la maggioranza litigiosa che lo sostiene affermando che il premier non è in grado di gestire il denaro dato dall’Europa: "Il problema è la cultura di fondo che hanno, è come pensano di spendere i soldi. Come fanno?". Non è quindi solo questione del Mes, dei fondi Sure o del Recovery fund. Secondo l’esponente leghista il problema è alla capacità di agire: "Ma se non si riescono a spendere i soldi del Fondo di Coesione? La questione è legata ai progetti, alle idee, a come si pensa di portare l'Italia fuori da questa situazione". La preoccupazione di Giorgetti è rivolta a come l'esecutivo sta gestendo la "fase 2", quella della ripartenza: "L'Europa non farà certamente la parte di chi passa le carte. Vuole sapere quali riforme il governo intende fare. E quali sono?".
Giorgetti, poi, non risparmia un affondo diretto contro Conte sui timori che alcuni e non individuati settori dello Stato stiano agendo per mettergli i bastoni fra le ruote: "Assurdo, non è minimamente pensabile. Le aziende stanno cercando di portare avanti gli ordini, a settembre si rischia grosso. Ma è chiara la situazione che abbiamo?". La situazione in Italia non è semplice e il non nasconde di aver timore dell'autunno caldo, del disagio sociale che aumenta giorno dopo giorno.
Una battuta Giorgetti la riserva anche al centro-destra. Secondo il deputato, al momento il problema è "trovare l'accordo sui candidati. Poi vedremo".
Infine, quando l’intervistatore chiede al leghista della possibile presenza di Mario Draghi agli Stati generali, il parlamentare esprime tutto il suo profondo scetticismo abbozzando un sorriso ironico e dicendo solo: "Quel Draghi?". Due semplici parole che fanno capire quanta poca fiducia è riposta nel premier Conte e nelle sue azioni.
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