Avrebbe dovuto fornire in tre giorni 24 milioni di mascherine chirurgiche, per un valore di 15,8 milioni di euro. Così prevedeva l'aggiudicazione della gara Consip con procedura d'urgenza per il reperimento di dispositivi di protezione individuale per complessivi 253 milioni di euro. Ma la Biocrea srl, che si era aggiudicata il lotto numero 6 della procedura del 12 marzo, non aveva alcuno stock di mascherine pronto per essere consegnato né i mezzi per reperirlo. Ieri la Guardia di finanza ha arrestato Antonello Ieffi, 41 anni, indagato per i reati di turbativa d'asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Un passato tra imprenditoria, ambienti vip e gossip, paparazzato spesso con personaggi dello spettacolo. C'era lui, sebbene non figurasse nella compagine societaria, dietro la ditta attiva in «allevamento di animali» e «agricoltura». L'impresa agricola si è rivelata subito, secondo le indagini lampo della Procura di Roma coordinate dall'aggiunto Paolo Ielo, del tutto incapace di approvvigionarsi della merce e soprattutto di consegnarla. Ieffi ne era stato titolare fino al 19 febbraio, prima di una cessione di quote a Stefania Verduci, anche lei indagata. Secondo l'accusa una prestanome, per una cessione fittizia finalizzata a nascondere la sfilza di guai tributari delle società di Ieffi.
Contattato dalla Consip dopo la gara, per avere informazioni sulle forniture spacciate come «in arrivo dalla Cina», l'imprenditore accampa scuse e parla di problemi doganali. Il carico sarebbe bloccato all'aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun. Scrive persino a Di Maio per chiedere aiuto per sbloccare la merce (la Farnesina precisa che non c'è stata alcuna risposta). Le Fiamme gialle e l'Agenzia delle dogane accertano che invece non esiste alcun carico bloccato. Un'azione «temeraria» e «spregiudicata», giocata su «due tavoli - scrive il gip Valerio Savio nell'ordine di arresto - sui quali l'indagato appare aver giocato d'azzardo. Una puntata d'azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine». Ieffi avrebbe causato «un danno grave alla salute pubblica, avendo fatto perdere giorni preziosi nell'acquisizione delle oggi indispensabili mascherine». Consip prima di dare il via libera a contratti di fornitura aveva fatto delle verifiche e portato tutto in procura. La ditta è stata esclusa dalla gara, ma Ieffi ha provato comunque a partecipare a un'altra procedura di Consip attraverso un'altra società. Intercettato, dice: «Ho fatto una domanda al ribasso, ma a mia volta c'ho un 30% di margine su numeri esageratamente grandi». Anche qui, secondo il gip l'indagato non aveva «ancora in mano impegni contrattuali idonei a garantirla nei tempi ristretti richiesti».
Potrebbe essere solo la prima delle ditte escluse. Ce ne sono altre per cui sarebbero in corso verifiche.
Tra le aggiudicatarie di un lotto mascherine c'è anche una cooperativa che si occupa di accoglienza dei migranti e alla quale era stata revocata la gestione di un centro della Prefettura di Taranto. «Tutte le anomalie rilevate sono prontamente segnalate alle autorità competenti», fanno sapere da Consip.
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