"Pronti a una Brexit senza accordo": l'Ue rischia un rosso da 39 miliardi

Il nuovo ministro inglese Raab: "Uscire senza intesa opzione ancora aperta". A Londra costerebbe «soltanto» tre miliardi

"Pronti a una Brexit senza accordo": l'Ue rischia un rosso da 39 miliardi

Londra La Gran Bretagna si prepara a un divorzio non consensuale che costerà 3 miliardi di sterline. Alla fine qualcuno l'ha detto. Dopo mesi di balletti diplomatici, ieri il nuovo ministro per la Brexit Dominic Raab, messo alle strette nel corso della trasmissione tv di Andrew Marr, non solo ha confermato che «il governo è pronto a ogni eventualità», ma non ha potuto smentire la notizia che esiste un piano di stoccaggio per alimentari e un altro per trasformare 10 miglia di autostrada del Kent in un parcheggio per migliaia di autocarri in attesa alle future frontiere. Inizialmente il neo ministro aveva tentato di liquidare la domanda sull'accantonamento del cibo con la solita digressione da politico («Solo dettagli estrapolati dal contesto») per poi aggiungere che occorreva essere pronti a qualunque cosa accadesse. Una linea preannunciata anche attraverso il Sunday Telegraph. «La premier May non stava bluffando quando ha dichiarato che uscire dall'Europa senza un accordo è un'opzione ancora aperta» ha detto sottolineando che in caso non ci si accordasse sul libero commercio il Regno Unito potrebbe anche non pagare i 39 miliardi richiesti da Bruxelles. Sicuramente però, i contribuenti inglesi si vedrebbero caricati di spese extra per 3 miliardi che il governo aveva già previsto di stanziare nell'ultimo budget. Solo che al tempo si trattava soltanto di uno stanziamento precauzionale in caso si avverasse l'ipotesi più remota. Adesso invece, l'uscita dall'Unione con uno strappo deciso appare sempre più realistica. «Dobbiamo essere certi di avere i fondi per operazioni come l'assunzione di altri dipendenti da impiegare ai varchi doganali» ha chiarito Raab dicendo che il suo Paese dev'essere preparato alle gravi conseguenze che avrebbe sui confini la decisione Ue di scegliere lo scenario peggiore.

Raab ha anche attaccato duramente la Commissione europea che nei giorni scorsi aveva fatto intendere che, in mancanza di un accordo, non sarebbe stato possibile garantire alcun diritto ai cittadini inglesi residenti nel resto d'Europa, né agli europei residenti nel Regno Unito. «Non faremo nulla per creare incertezza e trovo questo suggerimento irresponsabile da parte della Commissione». Ancora l'ennesimo muro contro muro, mentre l'opinione pubblica si sta stancando del tira e molla. L'ultimo sondaggio effettuato da YouGo per il Sunday Times rileva che, in un ipotetico nuovo referendum a tre opzioni, soltanto l'11% dei votanti sceglierebbe la proposta May, il 50% voterebbe per rimanere in Europa e il 38% preferirebbe uscire sbattendo la porta. E solo il 16% degli intervistati ritengono che May stia facendo un buon lavoro, contro il 34% che invece preferirebbe fosse Boris Johnson a condurre la partita.

Infine, il 38% degli elettori sarebbe disposto a votare per un nuovo partito di destra, a favore della Brexit e quasi un quarto degli intervistati ne sceglierebbe uno ancora più estremista, anti-immigrati e anti-islamico. Dettaglio che potrebbe favorire un rientro in politica dell'ex leader Ukip, Nigel Farage.

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