"Il proporzionale? Una sciagura: non avremo mai governi stabili"

L'ex leader referendario: "Pd-M5s sanno che non possono vincere"

"Il proporzionale? Una sciagura: non avremo mai governi stabili"

Milano - L'udienza di oggi nella quale la Corte costituzionale deve decidere sull'ammissibilità del referendum proposto da otto Consigli regionali per abrogare la parte proporzionale del sistema elettorale potrebbe rappresentare un punto di svolta nello scenario politico. Un clima carico di aspettativa che ricorda la stagione dei referendum proposti da Mario Segni nei primi anni Novanta, da sempre favorevole al maggioritario.

Come vive questa vigilia?

«Mi auguro di cuore che diano parere favorevole. Lo considererei una benedizione per l'Italia. Sarebbero i cittadini a scegliersi il sistema che vogliono, come avvenne nel '93».

Addirittura?

«Perché altrimenti si aprirebbe una stagione cupa, un declino inarrestabile».

Si riferisce alla possibilità che il parlamento faccia diventare legge la riforma elettorale in senso proporzionale con sbarramento al 5%, proposta dalla maggioranza?

«Siamo ben lontani dal consiglio scellerato che diede Bettino Craxi, nel '91, di andare al mare invece che ai seggi, ma l'intento è quello di dare comunque un messaggio forte di scelta di campo».

Non le piace questa nuova legge proporzionale che già chiamano Germanicum?

«La Germania non c'entra niente. Lì i collegi in verità sono uninominali mentre noi avremo le liste bloccate con i parlamentari scelti dall'alto. E poi nel nostro muro del 5% c'è già un buco che farà entrare con pochi voti per il cosiddetto diritto di tribuna. Vedrà che ne aggiungeranno altri».

Perché secondo lei la maggioranza ha tanta fretta di fare una nuova legge elettorale proporzionale?

«Perché i partiti che compongono la maggioranza hanno la consapevolezza di non poter vincere le elezioni. La loro è una scelta scellerata. È la scelta di chi sa di non poter vincere e allora avvelena i pozzi».

In Italia non è mai stata facile la vita di chi difendeva il sistema maggioritario. Perché secondo lei?

«Non solo in Italia. E poi non sono gli elettori a non volere il maggioritario ma i politici».

Perché?

«Le cito una definizione del celebre politologo francese Maurice Duverger che diceva che la classe politica è per sua natura favorevole al proporzionale perché il maggioritario toglie potere ai partiti per darlo agli elettori mentre il proporzionale fa l'esatto contrario».

Cosa succederebbe se la Consulta desse via libera ai referendum ma nel frattempo il parlamento votasse la legge elettorale in senso proporzionale?

«È uno scenario davvero poco augurabile. Spero che la Corte non si faccia influenzare dal clima politico e deliberi soltanto in punta di diritto. Tante volte è successo che il legislatore promulgasse una legge per evitare un referendum, però lo ha sempre fatto rispettando il senso di quel quesito referendario. Non vedo proprio come questo principio possa venir rispettato ora con il parlamento che adotta un sistema proporzionale quando il referendum propone l'esatto contrario».

Dalla stagione del suo referendum che aboliva le

preferenze plurime molto è cambiato.

«Dovremo rinunciare alla speranza di governi stabili, a un paese dinamico che guarda in avanti, al potere dei cittadini di scegliere i governi e mandarli a casa quando fanno male».

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