Prima prova per la nuova legge Salvini: "Io sto dalla sua parte"

Solidarietà da chi si è trovato nella stessa situazione

Prima prova per la nuova legge Salvini: "Io sto dalla sua parte"

Quello del tabaccaio nel Cavanese è il primo caso di legittima difesa, con vittima, da quando due mesi fa sono entrate in vigore le nuove norme. Sapremo presto (compatibilmente con i tempi della giustizia) se la legge bandiera della Lega cambierà in qualche modo il destino processuale di chi, per difendersi, ha premuto il grilletto contro un ladro sorpreso nella propria proprietà privata, uccidendolo. L'altra vicenda successiva all'introduzione della legge, approvata il 28 maggio, era accaduta a Monterotondo (Roma) il 26 aprile. In quel caso Andrea Pulone, 29 anni, aveva sparato ad un albanese di 16 anni che stava tentando di introdursi nella casa di famiglia. Il giovane, però, pur raggiunto da due colpi di arma da fuoco, si salvò dopo essere stato scaricato dai complici davanti a un ospedale.

L'esito della vicenda non è affatto scontato. Anche se per le nuove norme la difesa è sempre legittima - cioè non si mette mai in dubbio che la reazione di chi difende se stesso, altri o i propri beni usando un'arma detenuta legittimamente - le indagini ci saranno ugualmente. Con l'articolo 2, comunque, entra in gioco «il grave turbamento», la condizione che esclude la punibilità di chi ha agito per salvaguardare la propria o altrui incolumità perché turbato dalla situazione di pericolo. Sarà il magistrato a ricostruire lo svolgimento dei fatti e a stabilire se si tratta di un caso dove è possibile applicare la nuova norma. È l'augurio che rivolge il vicepremier Matteo Salvini: «La mia totale solidarietà al tabaccaio che spero possa fruire della nuova legge che garantisce la legittima difesa a tutti». Il ministro leghista non si trattiene: «Se invece di fare il rapinatore questa persona avesse fatto un mestiere onesto oggi staremmo parlando di altro». Anche la leader di FdI, Giorgia Meloni, si fa sentire: «Per Fratelli d'Italia la difesa è sempre legittima: noi stiamo con il tabaccaio». «Si facciano tutti gli accertamenti - dice il senatore azzurro Maurizio Gasparri - ma si parta dal presupposto che chi è vittima dell'aggressione di criminali ha ragione. Abbiamo voluto come Forza Italia questa norma proprio per questa esigenza e l'avremmo voluta anche più chiara ed incisiva, ma per colpa dei grillini la Lega ha dovuto annacquare il testo».

Al tabaccaio arriva anche la solidarietà di chi, prima di lui, si è trovato a sparare al balordo di turno.

«Mi auguro che non gli tocchi il calvario giudiziario che ho passato io», dice Franco Birolo, un collega di Padova che sparò ad un moldavo che aveva tentato un furto nel suo negozio nel 2012. Per Graziano Stacchio, il benzinaio vicentino che uccise uno dei ladri che aveva assaltato una gioielleria, «la vera vittima non è il morto, ma il tabaccaio».

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