Altro che ammazziamo il gattopardo. In Italia il gattopardo è vivo e vegeto e si è mangiato pure le Province. Si è svolta alla chetichella la farsa delle elezioni provinciali e, infatti, nessuno se n'è accorto. Per la prima volta si è votato con il nuovo sistema (elezioni di secondo grado) voluto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, riservato solo a consiglieri comunali e sindaci.
Cambia tutto affinché nulla cambi, a parte il diritto al voto dei cittadini. Ed ecco spuntare come funghi tanti presidentini, con meno potere di prima, un esercito di «signor nessuno» per di più non legittimati dal popolo ma solo dalla politica. Quale legge elettorale poteva nascere in Italia se non una che delegasse ai capi partito la scelta dei candidati e dei votanti? La «castina» ha deciso a tavolino chi poteva essere eletto, come doveva e da chi doveva essere eletto. Hanno sommato elettore attivo ad elettore passivo nella stessa persona designando consiglieri e presidenti. Poco più che una formalità.
La trasformazione delle Province in una specie di consorzio ha prodotto due effetti: i cittadini sono stati estromessi; la partita si è giocata esclusivamente tra amministratori e partiti. Tutti insieme impegnati per una ventina di giorni, pallottoliere alla mano, a contare gli amministratori amici da scegliere per le varie sfide. Il risultato ottenuto è una carica di perfetti sconosciuti (divisi in parti uguali tra centrosinistra e centrodestra), nella maggior parte dei casi sindaci di minuscoli comuni.
A Cosenza, per la prima volta, la Provincia è andata a Forza Italia con il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. Sempre in Calabria, a Catanzaro, lo spoglio è degenerato in rissa tra il sindaco e il suo ex assessore che sono finiti in ospedale dopo che il voto ha sancito la vittoria del «signor nessuno» Enzo Bruno, segretario provinciale del Pd.
In Campania, il sindaco Pd di Avellino, Paolo Foti, si è dimesso dopo che è stato battuto dal sindaco di Ariano Irpino (Avellino) Mimmo Gambacorta (Forza Italia). «La sconfitta alle provinciali non è facile da digerire», ha pure detto col broncino. In Puglia il nuovo presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani è il sindaco di Bisceglie Francesco Spina, di centrodestra, che ha addirittura battuto il primo cittadino di Barletta Pasquale Cascella, del Pd, nonché ex portavoce del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In Toscana, a Livorno, il Pd torna a vincere con Alessandro Franchi, sindaco di Rosignano Marittimo, dopo la batosta di giugno al ballottaggio contro il M5S.
Il segretario del Pd pugliese, Michele Emiliano, battezza l'idea di Delrio: «Un sistema da buttare via».Questa rivoluzione non esiste. I 32 milioni che l'erario risparmierà con queste Province light partorite in fretta e furia dal governo Renzi, sono poco più di nulla. Ma vuoi mettere il caos...
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