Psicodramma a Cinque cerchi. E Luigi inventa il complotto

Il M5s si intesta le Olimpiadi che non voleva, poi rimuove il post. Il leader grillino: «Tutto il sistema è contro di noi»

Psicodramma a Cinque cerchi. E Luigi inventa il complotto

Possibile che il M5s spacci l'assegnazione delle Olimpiadi a Milano-Cortina come «una vittoria del M5s», quando proprio il M5s ha affossato le Olimpiadi a Roma e pure a Torino? Possibile. Che qualcosa non quadri però se ne sono accorti gli stessi grillini, che prima hanno pubblicato il post di esultanza ma poi, colti dal dubbio amletico di essere contemporaneamente pro e contro le Olimpiadi, lo hanno rimosso. Ma lo psicodramma pentastellato è andato avanti, di pari passo con il massacro di commenti e post sul Web dove sono riemerse interviste e dichiarazioni in cui Di Maio, Raggi e Di Battista dipingevano i Giochi come una mangiatoia inutile. Lo staff pentastellato ha provato ad arginare la piena con un post esplicativo dal titolo La verità nascosta dai pennivendoli sulle olimpiadi a Roma, in cui dopo aver ricordato che anche Matteo Salvini nel 2016, spiegano che un conto è non volere i Giochi a Roma in cui «2 miliardi di euro sarebbero stati pagati dai romani», tutta altra cosa sarebbero invece le Olimpiadi Invernali.

Peccato che anche quelle, dove inizialmente la città candidata era la Torino della sindaca grillina Chiara Appendino, siano state perse grazie al M5s. Che si è spaccato sulla candidatura della città, con la maggioranza in Comune e in Regione contraria («Ma con tutti i casini che abbiamo trovato a Torino e che vediamo in Regione, proprio in un'altra Olimpiade dobbiamo andare ad infilarci come un Pd qualunque?» scrisse il consigliere regionale e storico grillino piemontese Davide Bono, mentre il gruppo M5s in Comune ribadì che «la nostra contrarietà alle Olimpiadi, per la scarsa fiducia che riponiamo nel Cio, è nota da tempo»), e tutta una serie di paletti e di condizioni - tra cui da ultimo il veto sul tandem con Milano - che hanno decretato l'esclusione di Torino dalla partita. Anche la sindaca Appendino ieri ha dovuto spiegare perchè la sera prima si fosse complimentata con Milano e Cortina, visto che non le hanno volute a Torino: «Non mi pento assolutamente, non ho nessun rimpianto per la scelta fatta. Mi sono spesa tantissimo e ho lottato come un leone per candidare Torino con le sue valli nell'ottica di riutilizzare i nostri impianti per un modello sostenibile». Contenta la sindaca, contenti tutti. Più o meno.

Ancora più traballante l'autodifesa di Virginia Raggi, che la spiega così: «I miei complimenti a Milano e Cortina. In tema di coerenza ribadisco che le due condizioni sono assolutamente diverse e quindi Roma non poteva e non può ancora permettersi un evento del genere, avendo 13 miliardi di debiti». Di Luigi Di Maio, anche lui oggi festeggiante, rimbalza un video in cui da ministro dello Sviluppo, sui Giochi invernali a Milano-Cortina avvertiva che «il governo scriverà una lettera dicendo: va bene, ma noi come governo centrale non ci mettiamo 1 euro, sia in costi diretti sia in costi indiretti. Chi vuole fare le Olimpiadi se le paga da solo». Anche il vicepremier è stato costretto a spiegare il cambio di idea sui Giochi.

Ma alla solita maniera complottista: «Dietro gli attacchi al M5s su Olimpiadi e Tav c'è il partito del cemento. Siamo il loro grande nemico e ne andiamo fieri. Avanti contro tutti». «Non sa di cosa parla», lo gela Beppe Sala. Ma la spiegazione convince molto Di Battista: «D'accordo al 100% con Luigi».

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