Una punizione che danneggia l'Occidente

Una punizione che danneggia l'Occidente

L'ipotesi di escludere la Russia dal circuito Swift, secondo taluni capi di governo, potrebbe essere l'arma decisiva per costringere Vladimir Putin a più miti consigli perché taglierebbe fuori l'intera economia dai maggiori circuiti finanziari. Vi sono, però, molte controindicazioni. In effetti, questa sanzione analogamente a quelle più classiche di natura protezionistica colpisce tanto chi l'attiva quanto chi la subisce. Gli scambi tra Occidente e Russia non hanno il carattere di elargizioni, come risulta chiaro se si pensa che dalla Russia importiamo soprattutto le risorse energetiche di cui abbiamo dannatamente bisogno. E se vogliamo comprare il loro gas, abbiamo bisogno di poter spedire loro denaro.

Oltre a ciò è sempre importante ricordare che i regimi autoritari tendono a rafforzarsi dinanzi a quelle che Benito Mussolini ebbe a definire le «inique sanzioni» decise nel 1935 dalla Società delle Nazioni per censurare l'invasione dell'Etiopia: non a caso, un anno dopo il Duce raggiunse l'apice della popolarità. E quanti decenni ha tirato avanti Cuba a dispetto dell'embargo americano? Insomma, l'inefficacia delle sanzioni economiche è ormai dimostrata e non sarebbe il caso di ripetere quegli errori.

Per di più, se da un lato è vero che larga parte dell'economia russa è una sorta di emanazione del potere personale di Putin, l'Occidente dovrebbe scommettere su quelle realtà minori che hanno una vita propria e cercano, pur tra mille difficoltà, di far crescere una società più plurale. Una sanzione che chiudesse le relazioni bancarie rappresenterebbe un danno tremendo per quella parte di economia più o meno libera che pure in Russia esiste. Soprattutto perché Joe Biden sembra orientato a colpire alcune banche ma non Gazprombank, che opera con gli esportatori di gas e petrolio: con il risultato che Putin e i suoi continuerebbero a incassare, mentre le conseguenze peggiori ricadrebbero su quanti sono attivi in altri ambiti.

Questa mossa potrebbe favorire lo sviluppo di sistemi di comunicazione bancaria alternativi, quello russo (Spsf) o quello cinese (Cips), insieme al decollo di nuove tecnologie modellate a partire dal bitcoin.

Sulla desiderabilità di questo esito, che creerebbe maggiore concorrenza tra sistemi e metterebbe in difficoltà la relazione tra banche e riscossione tributaria, si potrebbe discutere a lungo. In un simile mondo, ad esempio, sarebbe suonata assai meno efficace la minaccia di chiudere i conti correnti lanciata da Justin Trudeau a quanti in Canada lo criticano.

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