Pure la bellezza è politicamente corretta «Mister Friuli» è un ragazzo del Senegal

Diouf supera gli adoni locali. Il web si scatena: «Un gatto che batte i cani»

Pure la bellezza è politicamente corretta «Mister Friuli» è un ragazzo del Senegal

Mettiamo subito le cose in chiaro: il mondo se la cava benissimo anche senza sapere chi, all'interno di una mandria di ragazzotti di Cordenons e Gemona in mutande griffate, sia il più bello. Quindi tutto sommato chissenefrega di chi alla fine abbia calzato la coroncina dorata offerta dal «grandissimo sponsor» e indossato la fascia di «mister Friuli-Venezia Giulia», scritta peraltro senza il trattino così importante per distinguere le due differenti regioni di questa terra ruvida e affascinante.

Detto tutto questo, non ci occuperemmo di un simile concorso, come ce ne sono decine in tutta Italia, se il reginetto nominato dalla giuria non fosse tale Alioune Diouf, diciottenne senegalese alto quasi due metri e che infatti gioca a basket nella squadra under 20 del Faletto. Date le sue origini Diouf è «diversamente bianco» e se nessuno ha messo in dubbio che avesse le carte in regola per vincere un concorso di bellezza, qualcuno in rete ha pensato bene di criticare la scelta della giuria, sostenendo che il ragazzo non sarebbe esattamente un rappresentante della gloriosa razza friulana, vivendo a Cividale da soli cinque anni.

Leggere i commenti in rete sulla pagina facebook del concorso è triste ed esilarante al contempo. Da un lato si schierano i «friulanisti» che esagerano un tantinello e così commentano: «Ma non vi vergognate? Friulani doc non ce n'erano?», scrive Giorgio M. «Era meglio se si dava all agricoltura», propone Matteo C., risparmiando sugli apostrofi. «Friuli Venezia Giungla», commenta Niccolò S. ritoccando la toponomastica. E Valérie V. fa un distinguo: «Che azzz ci azzecca con mister Friuli? Se si fa un concorso per Mister Friuli si suppone che almeno ma dico almeno sia italiano se non friulano...». Alberto M. si scandalizza: «Come far vincere a un gatto un concorso per cani!!». E Leopoldo L. è realista: «Ha vinto il politically correct».

L'altro fronte si scandalizza degli scandalizzati. Paola G. chiarisce: «Qui si confonde patriottismo con razzismo. Patriottismo vuol dire lavorare civilmente per un paese migliore. Ma quale futuro può avere una nazione che non sa rinnovarsi?». Un paio di donne ne fanno una questione estetica: «Effettivamente tra tutti era il più carino», nota Giulia A. E Miki M. è convinto che «molte sarebbero disposte ad aiutarlo a casa sua». Ma la migliore è quella di Pietro M.: «Vergogna! Come fa a essere Mr Friuli-Venezia Giulia? Si vede lontano un miglio che non è alcolizzato!».

E poi c'è il buon senso. Quello che se un concorso è di bellezza vince il più bello di qualsiasi tinta sia. E che se un concorso è per «mister Friuli-Venezia Giulia» vince il meno brutto tra chi è originario delle province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine.

La cosa migliore per azzittire le trombe dei razzisti da bar (e da social) e le controtrombe dei buonisti col cuore degli altri, è non rendersi ridicoli. E se «mister Senegal» fosse nato a Codroipo a noi, ammettiamolo, verrebbe un po' da ridere.

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