Pure Di Maio frena Draghi al Colle: "Non possiamo perderlo come premier"

Il ministro degli Esteri vuole evitare il ritorno alle urne e si scaglia contro quanti, tra i colleghi del Parlamento, auspicano nuove elezioni

Pure Di Maio frena Draghi al Colle: "Non possiamo perderlo come premier"

Intervenuto alla Festa dell'ottimismo, organizzata dal quotidiano Il Foglio presso Palazzo Vecchio a Firenze, Luigi Di Maio allontana l'ipotesi di affidare a Mario Draghi il ruolo di successore di Sergio Mattarella.

Il ministro degli Esteri, infatti, auspica che il premier mantenga le redini di palazzo Chigi. "L'Italia non può permettersi di perdere Mario Draghi, anche perché nel 2022 dovremo affrontare la revisione del Patto di stabilità", dichiara Di Maio. Una soluzione non proprio disinteressata per i grillini, che vivono con terrore l'idea del ritorno alle urne e del giudizio di quegli elettori che alle ultime elezioni politiche li avevano fatti prevalere, sia alla Camera che al Senato, con oltre il 32% dei consensi.

Di Maio aggiunge che anche Giuseppe Conte, leader della compagine pentastellata, allontana con forza l'idea di arrivare in anticipo ad una nuova consultazione elettorale, e che coloro i quali, al contrario, spingono in quella direzione vogliono solo il male dell'Italia. "Chi sta pensando di andare votare fa un danno al Paese", ammonisce dal palco il ministro degli Esteri. "Lui (Conte, ndr) ha detto chiaramente che non è d'accordo sull'idea di voto anticipato. Per questa ragione io gli credo assolutamente".

Ma se non dovesse essere Draghi a salire al Colle chi potrebbe prendere il suo posto? Di Maio preferisce non sbilanciarsi, anche perché le forze politiche continuano dietro le quinte a fare le barricate per proporre soluzioni a ciascuna di esse più vantaggiose. "I nomi proposti ora, lo dice l'esperienza, sono bruciati", chiosa infatti il ministro.

Quale sarà ora il ruolo dei grillini, dopo la virata improvvisa che ha stravolto il loro programma politico? Dalla promessa di indire un referendum per uscire dall'Euro (2017) fino ad arrivare al proposito di "aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno" sembra passata un'eternità. Ora i pentastellati nella scatoletta si trovano bene, quindi come fare per conferire una nuova identità al loro partito senza perdere troppo la faccia? Di Maio non ha dubbi e segue la via tracciata dal guru del M5S, Beppe Grillo: la transizione ecologica e la svolta green. Il Movimento deve farsi portavoce di quei valori per raccogliere il consenso di quell'anima ecologista che accomuna diversi italiani.

"Il Movimento 5 Stelle ha la possibilità di raggiungere il 20% che, ad oggi, è la soglia della prima forza politica del Paese", dice con ottimismo il ministro, che nelle proprie previsioni individua un certo equilibrio tra le varie forze politiche. "Può essere anche la prima forza politica della coalizione progressista, ma ha bisogno di capire che può interpretare la spinta ecologista". Ecco quindi la chiave per risalire la china dopo diversi giri di valzer, la green economy: "C'è una grande coscienza ecologista in Europa che spinge le forze politiche ad assumere scelte coraggiose sul tema del clima".

I grillini non vogliono perdere il treno ed anzi intendono salirvi a bordo direttamente dalla locomotiva, ovviamente alimentata con energia verde.

"Il M5S ha l'opportunità di diventare la forza ecologista principale in Italia. Transizione ecologica - conclude Di Maio - significa che abbiamo bisogno di un tempo sostenibile da dare alle aziende per mettersi in regola con la nuova era".

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