Prodi attacca: "Il Colle? Berlusconi impari a contare"

Il Professore e il risiko Quirinale: "Il Pd è troppo piccolo per dare le carte"

L'ex premier Romano Prodi
L'ex premier Romano Prodi

Ha pensato ai nipoti e alle nuove generazioni Romano Prodi nell’ultimo libro dato alle stampe e presentato proprio in questi giorni. Il titolo è emblematico: Le immagini raccontano l'Europa, cento fotogrammi per ripercorrere la storia del continente: dalla ricostruzione postbellica alla caduta del muro di Berlino, dall'abolizione delle frontiere alla moneta unica, dal suffragio universale ai referendum, dalla ricerca scientifica all'Erasmus, fino alla recente e dolorosa uscita della Gran Bretagna dall’Europa. L’ex premier si augura che i più giovani possano vivere in una democrazia compiuta, anche se è scettico, perché c’è da vincere contro i regimi autoritari europei, una sfida tutta in salita.

Prodi, in un’intervista al quotidiano La Stampa, non si sottrae al commento sulle vicende politiche di casa nostra. La discussione tra le forze politiche che sostengono il governo Draghi è incentrata sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica. “So contare – dice il professore – quindi seppure questo Pd non fosse più quello dei 101, è troppo piccolo per dare le carte. Quanto a Silvio Berlusconi, la sua aspirazione è legittima, ma dovrebbe imparare a contare anche lui e capirebbe che non è realizzabile”. L’ex presidente del consiglio teme i populismi, in Europa come in Italia, e l’attenzione è rivolta in particolare alla lenta trasformazione del Movimento 5 Stelle da forza politica contro il sistema a forza politica di governo.

“Pensavo – continua Prodi – che dopo l'uscita di Alessandro Di Battista il processo accelerasse, ma è un percorso ben più lento. Se ci sono nuove scissioni, il Movimento è finito. Se si dividono ancora, vanno a finire in nulla”. Riguardo all’esperimento delle amministrative, però, c’è da sperare secondo il professore, che considera l’alleanza replicabile anche a livello nazionale. Sul Pd, invece, l’ex premier ha sempre nascosto più di un dubbio, ma il lavoro del segretario Enrico Letta non gli dispiace. L’obiettivo di mettere insieme i riformisti gli ricorda, probabilmente, l’opera incompiuta del suo Ulivo.

Infine un giudizio anche su Matteo Renzi, il “rottamatore” che non ha smesso i panni del dissacratore, neppure in età politica matura. L’ideatore di Italia Viva è accusato di essersi spostato nettamente a destra e di cercare il litigio continuo con i suoi alleati.

“Da solo non può stare – conclude Prodi – col Pd fa a botte quotidianamente. È la sua vita che l'ha portato a destra. Se rompi, rompi, rompi c'è stato un attimo in cui progettava di dar vita a un centro moderato, poi si è messo a litigare anche con quel poco di centro che c'è”.

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