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Pusher? Sì, ma col permesso di soggiorno

Spacciatore "sfrutta" il caos normativo per evitare l'espulsione

Pusher? Sì, ma col permesso di soggiorno

Era stato precedentemente condannato per reati legati alla droga e proprio per questa ragione gli era stato negato il rinnovo del permesso di soggiorno, sulla base di quanto attualmente previsto dalla legge. Il Tar dell'Umbria però, pur riconoscendo la precedente sentenza a suo carico, ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla difesa: questo perché proprio sulla presunta incostituzionalità del divieto di rinnovare i permessi di soggiorni ai cittadini stranieri gravati da precedenti penali risulterebbe ancora in corso una disputa fra Consiglio di Stato e Corte Costituzionale (che potrebbe portare in dote novità).

Protagonista della curiosa vicenda è uno straniero residente a Perugia, che nonostante la condanna potrebbe potenzialmente vedersi rinnovato il permesso di soggiorno, a seconda di quelli che saranno gli eventuali sviluppi normativi sul tema a livello nazionale. Stando a quanto riporta PerugiaToday, la storia ha avuto inizio nei mesi scorsi, quando l'uomo fu giudicato dal tribunale di Perugia colpevole del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Sulla base di quel verdetto, il questore di Perugia aveva quindi firmato un decreto con il quale gli veniva rifiutata la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. Un provvedimento contro il quale l'uomo aveva fatto ricorso. E il tribunale amministrativo regionale si è per il momento espresso a suo favore, pur riconoscendone la colpevolezza. O meglio: sempre secondo quanto riportato dal sito web umbro, ha deciso in via temporanea di sospendere il giudizio, fino a quando sulla questione non verrà sciolto il nodo sollevato in chiave nazionale. Il motivo? I giudici amministrativi, pur ricordando che una condanna per tali reati «sia automaticamente ostativa al rilascio ovvero al rinnovo del titolo di soggiorno», hanno sottolineato il fatto che tale automatismo sia stato messo in dubbio dal Consiglio di Stato, che proprio di recente ha sollevato la questione di legittimità costituzionale. Secondo i magistrati del Consiglio in buona sostanza, sarebbe incostituzionale vietare «automaticamente» il rinnovo del permesso a chi ha già dei precedenti penali alle spalle. E si tratta di una discussione che già adesso sembrerebbe bloccare provvedimenti in ambito locale: il Tar umbro starebbe infatti aspettando il parere della Corte Costituzionale, che è stata chiamata a pronunciarsi su quanto espresso dal Consiglio di Stato.

In attesa di quest'ultimo pronunciamento quindi (tenendo conto anche del fatto che dall'esecuzione del provvedimento deriverebbe a carico del ricorrente un pregiudizio grave ed irreparabile, comportando per lo stesso l'obbligo di lasciare il territorio dello Stato) i giudici del Tar dell'Umbria hanno accolto l'istanza cautelare del ricorrente straniero, rinviando il tutto al prossimo giugno.

Quando, nel frattempo dovrebbe essersi espressa anche la Corte.

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