Putin sfida ancora. E Trump sposta due sottomarini "Sono nucleari"

Lo Zar: "Ci riprendiamo quel che è nostro". Ma gli Usa ora si muovono

Putin sfida ancora. E Trump sposta due sottomarini  "Sono nucleari"
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Per l'ennesima volta negli ultimi anni, Vladimir Putin presenta al mondo il suo piatto forte: menzogne, condite da mistificazioni con contorno di propaganda e rivendicazioni. All'indomani del pesantissimo attacco lanciato su Kiev che ha causato la morte di 31 persone tra cui tre bambini, il presidente russo, come se nulla fosse, rilancia: "La Russia è pronta a cercare compromessi per arrivare a una pace duratura con l'Ucraina", salvo poi gettare la maschera e spiegare che le sue condizioni per la pace rimangono sempre le stesse ma non solo: "La Russia si sta riprendendo ciò che è suo, non si sta impossessando di ciò che di qualcun altro", ha detto Putin, cercando un ulteriore giustificazione per la sua guerra di invasione in Ucraina che, ora, ha portato anche Trump a muoversi concretamente.

A Mosca, insieme al vassallo dittatore della Bielorussia Lukashenko, Putin ha offerto il solito campionario di false promesse, accuse, minacce e pretese. Se prima parla di processo di pace, dicendosi addirittura disposto a qualche compromesso per arrivare alla fine del conflitto, dopo breve ristabilisce il suo copione. "Riprenderemo ciò che è nostro", dice. E ancora: "Continuiamo a avanzare, Kiev non è bene informata". Per poi passare alla più pura delle propagande quando afferma che "il governo russo è stato formato nella stretta osservanza della Costituzione, ciò che non può essere detto dell'Ucraina dove la Costituzione è stata chiaramente violata", riferendosi alla legge marziale in corso per cui è impossibile andare al voto (la norma in un Paese invaso e sotto e attacco). Non mancano le minacce: "Abbiamo il primo missile Oreshnik prodotto in serie. È già in servizio con le truppe". E le intimidazioni: "Attualmente la Ue non ha alcuna sovranità politica, e seguirà la perdita anche di quella economica". Anche, grazie al vassallo-scendiletto Lukashenko che lo accusa direttamente, al presidente americano Donald Trump che nelle ultime settimane ha preso coscienza dell'assoluta impossibilità di trattare con Putin se non con sanzioni e contro-minacce.

"Sono pronto a incontrarlo in qualsiasi momento se questi sono segnali di una reale volontà di porre fine alla guerra con dignità e stabilire una pace veramente duratura e non un semplice tentativo di guadagnare tempo per la guerra o di ritardare le sanzioni", ha replicato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ieri ha avuto un nuovo colloquio con il premier britannico Starmer in cui si è discusso di come "costringere la Russia alla pace".

Nel frattempo però, tra lo sdegno internazionale, Mosca continua la sua guerra che colpisce sempre più spesso civili inermi, come a Kiev. Un attacco congiunto sulla capitale ucraina, con bombe e droni, ha colpito tra le altre cose un grattacielo residenziale uccidendo almeno 31 persone tra cui tre bambini. I feriti sono quasi 200 ma si continua a scavare sotto le macerie e il bilancio è solo provvisorio. Mentre la Germania annuncia la fornitura "imminente" di due batterie antimissile Patriot, si muove anche Trump.

Il presidente ha ordinato il posizionamento di due sottomarini nucleari in "regioni appropriate", ovvero vicino alla Russia, dopo le minacce russe, prime tra tutte quelle di Medvedev. Piaccia o no, Trump resta l'unica variabile che sembra in grado di mettere in qualche modo fine alle bombe, le menzogne e le assurde pretese del despota Putin.

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