Quando la candidata Pd diceva 'Siamo tutti fratelli musulmani'

La candidata del PD al collegio uninominale Milano 2 città-est, Lia Quartapelle, nel giugno del 2012 pubblicava un post sul proprio blog dal titolo “Siamo tutti Fratelli Musulmani”

Quando la candidata Pd diceva 'Siamo tutti fratelli musulmani'

La candidata del PD al collegio uninominale Milano 2 città-est, Lia Quartapelle, nel giugno del 2012 pubblicava un post sul proprio blog dal titolo “Siamo tutti Fratelli Musulmani”. Un post nel quale la Quartapelle prendeva le difese dei Fratelli Musulmani egiziani ma non solo, tirando in ballo gli estremisti islamisti algerini del FIS e i palestinesi di Hamas. Il post veniva poi rimosso tempo dopo, ma nell’era di internet quasi tutto si può recuperare. Alcune esternazioni del post parlano chiaro: “Non siamo i primi a sostenere la Fratellanza musulmana: persino l’autorevole weekly “The Economist”, nel suo editoriale di questa settimana, consegnato alla stampa prima del verdetto della Corte costituzionale di giovedì, scriveva che tra Mursi e Shafiq per la continuità della rivoluzione egiziana preferiva il candidato della Fratellanza musulmana”. Dopo aver poi puntato il dito contro la giunta militare egiziana “che ha cambiato le carte in tavola prima che il gioco iniziasse, garantendosi poteri legislativi e la prerogativa per scrivere una nuova costituzione…” la Quartapelle proseguiva: “Per questo chi oggi nel mondo sostiene la democrazia non può che sostenere i Fratelli musulmani. Certo, un partito confessionale. Certo, un partito non progressista. Ma il vincitore non morale ma reale delle elezioni”. Non si può non sentirsi vicini al discorso di Obama al Cairo e poi, se il risultato delle urne non piace, fare finta che non sia successo nulla. Sono cose già successe nel 1991 in Algeria, con un costo in termini di vite difficilmente quantificabile, ma intorno alle centinaia di migliaia di persone. Lo stesso è accaduto nel 2006 in Palestina, quando Hamas vinse le elezioni e Israele e le nazioni occidentali di fatto non accettarono di confrontarsi con i legittimi vincitori delle elezioni”. Non serve andare nei dettagli per ricordare il disastroso anno di governo-regime messo in atto da Mohamed Morsi dopo le elezioni: in primis bisogna tener bene a mente che il “democraticamente eletto Morsi” ha stabilito in Egitto un triste primato nella persecuzione dei giornalisti. Durante la presidenza Morsi il numero delle accuse e dei contenziosi nei confronti della stampa è aumentato di quattro volte rispetto ai tempi di Hosni Mubarak e di ventiquattro volte rispetto al momento in cui era al potere Anwar al-Sadat, secondo quanto documentato da un rapporto dell’Arabic Network for Human Rights Information. Purtroppo durante l’anno di governo della Fratellanza si sono registrati anche episodi di violenza che hanno portato alla morte di numerosi oppositori di Morsi, poi condannato a 20 anni di carcere con l’accusa di esserne responsabile. Sotto il governo Morsi ebbe anche luogo il primo caso egiziano di pogrom nei confronti degli sciiti. Questi sono soltanto alcuni degli episodi avvenuti in quel triste anno di governo della Fratellanza. La Quartapelle tira in ballo il discorso di Obama al Cairo, nulla di nuovo, era più che evidente la volontà dell’ex amministrazione Usa di sdoganare i Fratelli Musulmani (con cui mantenevano stretti rapporti politici) e li appoggiarono fino all’ultimo, andando contro la volontà di milioni di egiziani scesi nelle piazze per chiedere nuove elezioni democratiche, al punto che l’ex ambasciatrice statunitense Anne Patterson fu costretta a togliere le tende in fretta e furia dal Cairo mente i manifestanti esibivano manifesti contro di lei e Obama. La stessa Patterson che veniva poi immortalata a un evento mentre faceva il segno delle quattro dita di Rabaa (simbolo della rivolta dei Fratelli Musulmani). Non si può poi non esprimere un paio di considerazioni sul riferimento della Quartapelle alla vittoria elettorale del FIS in Algeria e di Hamas a Gaza (lei la definisce “Palestina”). I tagliagole del FIS amavano così tanto il principio della democrazia che subito dopo l’annullamento dell’esito elettorale emerse il GIA (Gruppo Islamico Armato) che mise in atto massacri e attentati non soltanto in Algeria ma anche in Francia, basta ricordare il dirottamento del volo Air France 8969 del 24 dicembre del 1994, dirottamento finito sulla pista dell’aeroporto di Marsiglia con un assalto delle teste di cuoio del GIGN. Hamas è invece al potere dal gennaio 2006, “democraticamente eletta” e così rispettosa dei principi democratici al punto da aver fatto piazza pulita dell’opposizione a Gaza e da non aver più indetto elezioni. Di fatto è al potere da 12 anni. L’ultimo paragrafo del post della Quartapelle è dedicato al “confronto con le forme di partecipazione politica che la democrazia assume anche in contesti diversi da quelli occidentali. A partire dalle forze dell’Islam politico”. L’essere “democraticamente eletti” non è automaticamente una garanzia di rispetto dei principi democratici e pluralisti, del resto anche Adolf Hitler venne eletto democraticamente. Il termine “democrazia” non equivale al concetto di “dittatura della maggioranza” ma piuttosto alla tutela della minoranza. Un concetto che andrebbe illustrato anche a un altro esponente della Fratellanza musulmana, tale Tayyip Erdogan, anch’egli “democraticamente eletto”, noto sostenitore di Morsi e di Hamas. Da quando è al potere, Erdogan si è distinto per tutta una serie di fatti che la dicono lunga, dai rifornimenti ai jihadisti in Siria al massacro dei curdi, dalla persecuzione di oppositori e giornalisti alle dichiarazioni sulla parità tra uomini e donne definita “contro natura”.

E’ difficile dunque immaginare il rapporto che il PD può pensare di intrattenere con quell’Islam politico che sostiene l’operato di personaggi come Morsi ed Erdogan, così come bisogna veramente arrampicarsi sugli specchi per far passare FIS e Hamas come forze democratiche in quanto “democraticamente elette”.

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