Negativo. Niccolò, il diciassettenne di Grado bloccato per ben due volte in Cina, non è infetto dal Covit-19. Terminata la quarantena all'ospedale Spallanzani di Roma il giovane viene dimesso e torna a casa. Ieri i genitori sono andati a trovarlo ma l'hanno potuto vedere solamente attraverso i vetri del reparto dov'era ricoverato. Sono le ultime ore di isolamento.
«A domani», lo saluta la mamma che assieme al papà racconta ai cronisti dei momenti difficili passati ad aspettare il figlio, fermato dalle autorità cinesi a causa di alcune linee di febbre. Il 3 febbraio, difatti, Niccolò sarebbe dovuto rientrare assieme con 56 italiani messi in quarantena alla Cecchignola, ma all'ultimo momento era arrivato il divieto perché aveva qualche linea di febbre. Lo studente friulano viene rimpatriato, finalmente, il 15 febbraio con un volo militare. Atterrato all'aeroporto di Pratica di Mare, viene ricoverato allo Spallanzani per i 14 giorni di osservazione previsti dal protocollo.
«Niccolò sta benissimo, siamo felicissimi di poterlo riabbracciare», dicono i genitori all'uscita dell'ospedale, assieme al direttore sanitario Francesco Vaia e all'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. «Niccolò è stato seguito dai medici dello Spallanzani: questa è stata una garanzia, una marcia in più. Non vede l'ora di uscire e domani (oggi per chi legge, ndr) torniamo a casa». «Non si è mai scoraggiato, non si è mai perso d'animo. Siamo rimasti stupiti che fosse così forte», concludono precisando che non hanno mai avuto paura che potesse essersi contagiato. «È sempre stato attento», assicurano. La direzione sanitaria dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive di Roma con il bollettino medico 29 annuncia le dimissioni del paziente commentando che «l'Istituto è felice di poter condividere questa gioia con la famiglia del ragazzo e i suoi amici».
Sono 180 i pazienti valutati dal 30 gennaio scorso allo Spallanzani, di questi 136 sono risultati negativi ai test e dimessi. Restano 44 ricoverati in attesa dei riscontri di laboratorio. «Niccolò sta benissimo, è diventato il figlio di tutti. Qualche pensiero c'è stato, ma poi è andato tutto bene. Ci hanno sempre informati di tutto, 24 ore su 24», aggiungono i genitori del liceale. «Ci ha detto, però, che vuole tornare in Cina, non ha paura».
Oltre alla tendopoli allo Spallanzani per il pre-triage, ne sono state allestite altre nei vari ospedali della capitale: al San Camillo, al Sant'Andrea, al policlinico di Tor Vergata, al Gemelli, al Cristo Re e al Grassi di Ostia. «Serviranno da filtro - spiega l'assessore D'Amato - per evitare situazioni di promiscuità per i casi sospetti».
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