Quelle cartelle di Equitalia: i guai infiniti del professore

Nel 2011 l'agenzia pignorò l'abitazione di Conte per una pendenza fiscale, poi saldata, di circa 50mila euro

Quelle cartelle di Equitalia: i guai infiniti del professore

«Dimentica» di pagare l'Iva, qualche multa e contributi previdenziali per un congruo numero di anni. Accumula così un debito di circa 50.000 euro comprensivo di interessi che gli costa il pignoramento della sua casa romana da parte di Equitalia. Il debito è poi stato estinto nel 2011.

Gonfia un po' il curriculum citando la frequenza di prestigiose Università straniere nelle quali in pratica ha fatto ricerche in biblioteca. E nel caso Stamina si schiera dalla parte delle pseudoscienze, sul fronte opposto rispetto alla comunità scientifica internazionale. Poi assume la carica di presidente del Consiglio.

Il protagonista di questa nuovissima e allo stesso tempo arcinota commedia all'italiana è Giuseppe Conte che ieri ha ottenuto l'incarico di formare il governo dal capo dello Stato. Lungo il percorso che lo ha portato al Quirinale sono emersi particolari che ne svelano carattere italianissimo che ha le sue fondamenta in tanti memorabili profili raccontanti dal nostro cinema: dal Totò dei Tartassati all'Alberto Sordi del Marchese del Grillo al Vittorio Gassman de Il mattatore. L'Espresso prima e Libero poi hanno rivelato che nel 2009 Conte ha ricevuto un'ipoteca legale da parte di Equitalia per oltre 52 mila euro sulla sua casa romana di proprietà. Il suo commercialista Gerardo Cimmino è intervenuto per spiegare che si era arrivati a quel punto a causa del fatto che una richiesta di documentazione, inerente a passate dichiarazioni dei redditi, non era stata consegnata al professor Conte perché il portiere era assente. In sostanza il fisco aveva mandato le comunicazioni via posta ma la cartolina era stata smarrita e dunque in mancanza di risposta la questione era arrivata ad Equitalia che aveva fatto scattare l'ipoteca. Non appena il professore «se ne è accorto» ha spiegato il commercialista «ha saldato tutto».

Però dalle cartelle che si riferiscono ai debiti con il fisco (pubblicate da Libero) emerge un quadro decisamente più complesso: un migliaio di euro di multe non pagate al Comune di Roma che non sarebbero cosa grave ma anche oltre 18.000 euro di mancati versamenti Irpef, Irap, Iva tra 2001 e 2003. A questi si aggiungono oltre 8.000 euro di mancati versamenti di contributi previdenziali. Ci sono pure 17.600 euro di Iva non pagata riferita al 2006 e 6.000 euro dovuti ma non versati alla Cassa previdenziale forense. Tutti i debiti col fisco comunque sono stati regolarizzati nel 2011.

Sui tanti dubbi e perplessità sollevati riguardo al curriculum di Conte sono arrivati alcuni chiarimenti ma parziali.

È stato spiegato che il professor Conte ha frequentato la New York University come visiting researcher, posizione quindi non formalizzata e dunque non registrata. Anche rispetto alla frequenza della Sorbona di Parigi si sarebbe trattato di una attività di ricerca in biblioteca che non prevede alcuna iscrizione. Restano invece aperti gli interrogativi sull'attività dichiarata presso la Duquesne University di Pittsburgh e anche presso l'Università di Malta.

Dal curriculum sembrava di capire che avesse tenuto dei corsi in questi Atenei mentre è poi emerso che avrebbe organizzato dei corsi estivi per contro di una fondazione associata a queste Università. Infine anche la sua appartenenza al Social justice group Ue non è verificabile perché non esiste un organismo con questa denominazione.

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