Se il premier "psicologo" sbaglia ricetta

C'è poco da stare allegri e molto da temere e da lavorare

Se il premier "psicologo" sbaglia ricetta

Sono passati due anni dal servizio fotografico su Chi in cui indossava la maschera di Arthur Fonzarelli. Nel frattempo ha smesso le vesti da sindaco e ha indossato quelle da presidente del Consiglio. Matteo Renzi è diventato più elegante. L'abbigliamento è convenzionale, a parte la nota del pantalone di taglio moderno talmente corto da scoprire caviglie e calzini, veste in giacca e cravatta. Interrogato sull'opportunità di impersonare Fonzie, rispose, che se voleva arrivare ai giovani, doveva parlare con il loro linguaggio. Lo stesso linguaggio di Fonzie e il suo stesso atteggiamento di una benevola superiorità nei confronti dell'altro ancora lo caratterizzano. Proprio come faceva l'attore con Richie Cunningham, si comporta con gli italiani alla stregua di un fratello maggiore, un po' duro ma che ha cura di te e dopo averti dato preziosi consigli tira fuori l'asso dalla manica e risolve il problema cui non saresti venuto a capo. Una sberla al juke-box e incredibilmente parte la canzone.Lo stesso atteggiamento lo ha ostentato con gli insegnanti cui ha detto di aver donato la «Buona scuola». Ha parlato loro come fossero piccoli discoli che non vogliono capire che un rimprovero e un ordine si accetta perché da un fratello maggiore è sempre a fin di bene. L'ha definita «Buona scuola» perché quando i grandi parlano con i bambini usano un linguaggio semplice ed evocativo.Anche quando dalla Leopolda si rivolge ai ministri e alla nazione parla di «buona politica». È lui che sa ciò che è buono e ciò che è cattivo e lo insegna a chi, per immaturità, ancora non lo ha capito. Dal premier che insegna a quello che psicoanalizza i cittadini, autoproclamandosi lo psicologo in capo dell'Italia, il passo è stato breve ma più lungo della gamba.Acquisita anche questa patente ha sentenziato che è il caso di smetterla di piangersi addosso e iniziare ad avere fiducia. Dovrebbe sapere il nostro premier che una buona psicologia è quella che non ordina i sentimenti che si dovrebbero provare. Un buono psicologo vuole prima di tutto che il suo paziente sappia fare un corretto esame di realtà.

Quando le cose non vanno bene accettarlo è il primo passo per acquisire una consapevolezza che al nostro premier sembra mancare. Con la crisi che incombe, il terrorismo alla porta di casa, c'è poco da stare allegri e molto da temere e da lavorare, prima di aver fiducia in un tempo migliore non soltanto perché lo decide lui.

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