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La sindrome del primo della classe

Durante l'assemblea dei gruppi M5S la voce dell'ex ministro Spadafora si è alzata ricordando come durante le ultime amministrative l'effetto della leadership di Conte non abbia dato i frutti sperati.

La sindrome del primo della classe

Durante l'assemblea dei gruppi M5S la voce dell'ex ministro Spadafora si è alzata ricordando come durante le ultime amministrative l'effetto della leadership di Conte non abbia dato i frutti sperati. Una verità che all'avvocato del popolo deve essere sembrata una coltellata nella piaga purulenta. Conte è quello che al fondatore del Movimento Beppe Grillo ha detto no a una leadership dimezzata per poi criticare Draghi come un uomo solo al comando. Avrà pensato al fallimento del suo governo che in piena pandemia non assicurò neanche le mascherine al personale sanitario? Continua a proporsi come quello che può riformare il M5s quando è proprio dal suo ingresso che spaccature e fallimenti lo affossano a incredibile velocità. Quel che manca al personaggio è una dose di necessaria e sufficiente umiltà.

Chi non desidererebbe essere il primo della classe? Primeggiare piace ma poi ci si scontra con la dura realtà e si comprende che al mondo c'è sempre qualcuno che può essere migliore e persa l'ansia di essere primo a tutti i costi si lascia spazio anche al diverso da sé che può avere idee alternative più includenti le diverse posizioni all'interno di una squadra in cui la leadership sa raggruppare intorno a sé anche anime dissimili. Conte sembra accettare alleati ed avversari di buon grado per poi sferrare il colpo finale trasformandosi da padre generoso a padre padrone, la critica che mesi fa proprio lui aveva mosso a Beppe Grillo si rivela come una proiezione. Attraverso questo meccanismo mentale l'individuo sposta verso l'esterno i propri sentimenti che non riconosce o rifiuta per attribuirli ad altri.

Sant'Agostino consiglia a chi desidera salire di iniziare imparando prima a scendere.

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